Il girone d'andata di Rosella Sensi

05/01/2010 alle 08:37.

IL ROMANISTA (L. PELOSI) - Se lo ricorderà a lungo questo 2009. Rosella Sensi l’ha vissuto senza un attimo di respiro. È stata contestata, un giorno ha addirittura quasi venduto la Roma, poi se l’è ripresa con la forza. Ha cambiato allenatore e preso quella figura dirigenziale che invocava il vecchio allenatore, uno come Montali. Questo è il racconto degli ultimi sei mesi del presidente.



GLI ULTIMI GIORNI DI FIORANELLI

Il 20 giugno 2009 la Roma viene venduta a Fioranelli, anzi no. L’accordo si trova, ma le garanzie non vengono accettate e così gli ultimi sei mesi del 2009 di Rosella Sensi cominciano con gli strascichi di questa vicenda. Viene data per certa la nomina di un supermanager che si occupi della vendita del club, ma lo stiamo ancora aspettando. La Sensi rompe il suo silenzio solo per rispondere con una lunga lettera, scritta a tempo di record, al figlio dell’avvocato Irti, che, spacciandosi per rappresentante di Fioranelli, dice che « è la rovina della Roma». «Caro Francesco, sei e continuerai ad essere la storia della Roma. Forse solo quella di Di Stefano al Real Madrid è paragonabile alla tua. Sono onorata di averTi come amico». Tutto il mondo del calcio e della politica sbeffeggia Irti junior, compreso Fioranelli, che continua a dire di essere interessato alla Roma, ma non se ne farà più niente.

 

SI COMINCIA

Il 2 luglio la Roma parte per il ritiro di Brunico. Prima della partenza, la Sensi parla alla squadra. Non credete alle voci, isolatevi, la società è sana, non sarà venduta e gli stipendi saranno pagati. A parte qualche piccolo ritardo, si dimostrerà di parola. Il 10 luglio viene interrogata dal pm della Procura di Roma Giorgio Onaro, che sta indagando sulla vicenda Fioranelli. La Sensi fa presente che a trattare è stata l’advisor Mediobanca. A proposito, due giorni prima aveva parlato Geronzi: «Siamo consulenti della famiglia Sensi non per vendere, ma per proteggere. Tutti vogliono la Roma, ma i soldi non si vedono». Al momento, sono le sue ultime parole, neanche tanto famose, perché su molti quotidiani vengono oscurate. Il 21 luglio il presidente della Roma incontra il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta a Palazzo Chigi.

 

TOTTI E LETTA

Il 27 luglio, mentre Gianni Letta riceve i vertici di Unicredit a Palazzo Chigi, la Sensi è in Campidoglio, dove il sindaco Alemanno premia per aver eguagliato il record di reti realizzate in Serie A giocando con una stessa maglia, che era di Boniperti. «Rosella mi ha detto che sarà ancora lei il presidente della Roma. La ringrazio per aver prolungato il mio contratto». Con un po’ di calma, ci sarà anche l’annuncio ufficiale. Lei dice: «Francesco è troppo forte» e poi va a Palazzo Chigi, dove da Letta stavolta ci sono i presidenti della Serie A.

 

AQUILANI

Il 29 luglio, alla presentazione del calendario della Serie A, Rosella Sensi dice: «Quest’anno il mercato è fermo, ma la Roma sarà attiva». L’Inter ha già preso Lucio, la ha già preso Diego, la Roma il 5 agosto annuncia la cessione di Aquilani. Entrano 20 milioni. Non saranno reinvestiti ma finora si può dire che è stato un affare.

 

CONFERENZA A INVITI N.1

Il 10 agosto Rosella Sensi convoca all’hotel Sunbay di Civitavecchia una conferenza stampa a inviti. Ci sono quotidiani sportivi e politici, ma solo due radio e due tv nazionali. Il servizio d’ordine allontana altri ospiti “non graditi”. Viene smentito l’interesse del russo Prokhorov, si spiega che Aquilani è stato ceduto per esigenze di bilancio, «con la Roma non ci mangio», lo stadio si farà, Spalletti resterà, Letta è un amico e Galliani pure, Tacopina, che ha dichiarato che la Roma non fu ceduto a Soros perché c’era Pippo Marra dietro all’offertabluff degli arabi, sarà querelato. Tacopina poche ore dopo invita la Sensi a «procedere senza indugio». Non si hanno notizie, al momento, di alcuna querela.

 

CIAO SPALLETTI

Il 21 agosto la Sensi è di nuovo a Trigoria. Rimprovera la squadra per il 3-3 di Kosice in Europa League. Arriva Burdisso, direttamente a Genova per la prima di campionato, persa 3-2 col . Si perde anche il 30 con la , il mercato si chiude con e Zamblera, Spalletti si dimette e il presidente lo accusa: “Non mi aspettavo che abbandonasse la nave”. Presentato Ranieri. Nel frattempo, il 25 agosto la Sensi è stata eletta vicepresidente vicario di Lega.

 

I TIFOSI

Il 5 settembre i tifosi si radunano a Trigoria e contestano. Inneggiano a Spalletti, cantano «Rosella Sensi bla bla bla». Il presidente si adopera in prima persona per consentire, e organizzare, la trasferta a Siena, inizialmente vietata dall’osservatorio. E’ un flop: vanno in 300. Alla successiva gara casalinga, Roma- , la Sud entra a partita iniziata per protestare contro la tessera del tifoso, ma si continuano a sentire i cori contro la società e la presidenza.

 

LO STADIO

Mentre Unicredit fa partire i primi pignoramenti, il 28 settembre viene presentato il . Alla conferenza c’è anche Il Romanista, rientrato in edicola da pochi giorni e non ammesso il giorno prima a Trigoria in quanto “testata non gradita”. Il nuovo stadio sarà pronto in 24-26 mesi dalla data d’inizio dei lavori, che però non si conosce. Così come non si sa né chi lo paga, né chi lo costruisce, né che cosa ne sarà dei vincoli sull’area individuata (la Massimina), né tantomeno della legge che dovrebbe accorciare i tempi, tuttora in discussione in parlamento.

 

CONTESTAZIONI

La Roma di Ranieri stenta a ingranare. Perde per colpa dell’arbitro a Milano, la Sensi, da vicepresidente di Lega, dichiara: «Sono furiosa, anzi furibonda. Il tempo del basso profilo è finito. Mi farò sentire nelle sedi opportune. Non ho dimenticato lo scudetto perso nel 2008». Meglio tardi che mai. Il presidente però non c’è, il giorno in cui si perde in casa col Livorno. La telecamera inquadra la tribuna d’onore e trova solo Pippo Marra. Silenzio stampa, i tifosi cantano «Sensi vattene ». Ancora ko con l’Udinese, poi vittoria col . In Tevere lo striscione: “Che abbiamo fatto di male per meritarci una Roma così?”. Fischi anche dopo i gol, nel mirino pure i giocatori.

 

CONFERENZA A INVITI N.2

Il 26 ottobre in società arriva Gian Paolo Montali, annunciato come “Ottimizzatore delle risorse umane”, mentre a Trigoria volano bombe carta. All’assemblea dei soci, un azionista chiede, ovviamente invano, le dimissioni di Rosella Sensi. C’è anche l’avvocato di Unicredit Roberto Cappelli, che invece non era stato informato in tempo di un Cda di Italpetroli, da cui comunque il 3 novembre si dimette. Il 3 novembre vengono pignorati due alberghi dei Sensi, tra cui il Sunbay. La conferenza a inviti, molto più ristretta di quella estiva, stavolta si svolge a Via Cave Aurelia, nella sede di Italpetroli, ed è ancora più ristretta. Viene detto che i pignoramenti sono illegittimi, che la vicenda verrà risolta da un arbitrato e che Unicredit verrà citata per danni. Il Messaggero aveva scritto che la banca creditrice ha chiesto al tribunale la nullità del bilancio di Italpetroli. Il 9 novembre si incontrano gli avvocati di Italpetroli e Unicredit, senza trovare un accordo.

 

ANGELINI

Il 12 novembre il gruppo Angelini conferma la «serietà dell’interessamento per il rilancio della Roma calcio mediante un importante investimento nella stessa». Il 15 novembre Pippo Marra va a pranzo con Gianni Letta. Il 23 novembre in Campidoglio si incontrano Rosella Sensi, Unicredit, Mediobanca e il sindaco Alemanno, che definisce il clima “gelido”. Poi incontrerà anche Angelini, ma non riuscirà a metterlo allo stesso tavolo con la Sensi. Il 27 novembre Francesco Gaetano Caltagirone dichiara di non voler entrare in alcun modo di non essere interessato né alla Roma né al nuovo stadio. Il 18 dicembre L’Espresso parla di un Angelini pronto all’attacco finale, senza passare per la borsa. Lui smentisce di non voler passare per la borsa, dice che «al momento» non è prevedibile una sua offerta, ma rimanda al comunicato del 12 novembre, in cui si citavano anche incontri con esponenti bancari a conferma del suo interesse per la Roma.

 

TONI

E’ storia di ieri. Arriva un giocatore fortemente voluto proprio dal presidente, che lo presenta così: «È un campione che si inserisce in un progetto serio. Dopo i rinnovi di Pizarro, Perrotta e , è arrivato Toni. È un progetto che coinvolge anche i giovani e si rinnova». Va a vedere il suo debutto al Flaminio, ma anche lì si contesta. Anno nuovo, cori vecchi.