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IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - "Entriamo prima possibile, almeno evitiamo problemi". Con questo motto i tremila (ma anche più, belli e colorati come il sole che da queste parti pare essere un miraggio da giorni) tifosi della Roma hanno riempito lo spicchio di Olimpico loro riservato. Più alcuni spazi della tribuna adiacente. Spiega Daniele: «Abbiamo deciso di entrare presto e tutti insieme perché non sapevamo che tipo di situazione avremmo potuto trovare. Si sa che linterno dello stadio è la zona più sicura».
Già dalle 18.30, infatti, gli striscioni, le sciarpe e i vessilli giallorossi erano in bella mostra. Fuori, poliziotti in tenuta antisommossa, agenti in borghese e pochi tifosi juventini. Tutti rigorosamente in silenzio e impegnati più a discutere dei fatti di casa loro che della partita con la Roma. Distribuiscono volantini, disertano tutto ciò che è merchandising. Dallaltra parte, se magna, se beve (anche per riscaldarsi)" e si tifa Roma. Arriva la notizia di Totti in panchina, giocano Toni e Vucinic.
Qualcuno se lo aspettava, come Davide: «Ranieri ci ha fatto capire che se uno non è al cento per cento non lo mette in campo ed è giusto così. Per anni ci siamo lamentati del fatto che il Capitano giocava con una gamba sola, adesso può tornare con calma». Non la pensa così lamico Valerio: «Ma siamo impazziti? Giocare una partita così senza il nostro simbolo? Bella responsabilità
si è preso Ranieri».
Entra in campo la Roma, Totti non si riscalda con i compagni: «E fa bene chiosa Pamela si è sempre sacrificato e adesso non gioca? Non dimentichiamoci che lui tiene tantissimo a questa sfida». Poi però si torna a cantare e inizia la partita. Male, col ko di Toni dopo tre minuti. La gara scivola via, segna Del Piero ma i tifosi della Roma continuano a cantare senza sosta: i giallorossi, almeno sugli spalti, stravincono. In campo arriva il pareggio, col Capitano che segna su rigore, proprio sotto al settore. E la gioia esplode. Ma non è niente, niente, niente, in confronto a quello che succede quando Riise, di testa, mette la palla alle spalle di Manninger e regala i tre punti alla Roma. LOlimpico (nostro) impazzisce, i giocatori pure, la panchina idem. E il sole, qualche minuto prima delle undici, spunta pure a Torino. E sorto a Porta Metronia, poi ha fatto un giro in Norvegia e si è fermato a Torino, per la notte più calda. Che finisce così: «Volevano vince ma...».