E all’ingresso in campo di Luca Toni partono di nuovo i cori contro la società

07/01/2010 alle 10:19.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Già dalle 7 di mattina, quando fuori è ancora buio, l’aeroporto di Ciampino è giallorosso. Si ride e si canta, al ritorno un po’ meno. Parecchi i tifosi giallorossi che per raggiungere Cagliari si sono affidati ai voli Ryanair: partenza alle 8.20, arrivo un’ora dopo. Giornali in mano, cornetto e cappuccino, tanta curiosità di vedere Toni all’opera per quella che – almeno fino alle 14 – era considerata la sua prima partita da titolare con la maglia della Roma.

Verso mezzogiorno qualche tifoso inizia ad avviarsi verso lo stadio, qualcun altro rimane in albergo a vedere il primo tempo di Chievo-Inter. Poi, dalle 13.30 in poi, tutti al Sant’Elia. Si inizia a spargere la voce (molti vengono avvisati via sms dalla Capitale) che l’ex giocatore del Bayern Monaco inizierà la sua avventura romanista dalla panchina. «Ranieri ha resuscitato pure Baptista e adesso lo mette dall’inizio. Speriamo bene», dice Davide, che però non appare troppo convinto della scelta del tecnico. Il settore ospiti inizia a riempirsi. «Con l’arrivo di Toni – spiega Manuele ad alcuni amici – si è parlato poco di questa partita. Oggi (ieri, ndr) è tosta». Entra in campo la Roma e Toni, pantaloni lunghi della tuta e scarpini bianchi, si riscalda con le riserve. «Ranieri l’ha messo in panchina per non dare un segnale negativo alla squadra. Non credo abbia fatto male, almeno per adesso», commenta invece Paolo, che poi fa una profezia: «Mi aspetto una gran partita da parte di Vucinic. Tanto si vede dai primi secondi se Mirko è in giornata». Da come scivola il primo tempo sembrerebbe di no, poi il numero 9 si riscatta conquistando il rigore che Pizarro trasforma.

Si iniziano a scaldare i giocatori giallorossi, ma i primi ad alzarsi sono Brighi, Andreolli e Cerci. «Perché tra questi non c’è nessuno che si chiama Luca Toni?», si chiede Alessandro. Detto fatto. Al minuto 49 il numero 30 indossa il fratino e inizia a correre. E, quando mancano poco più di 10 minuti alla fine entra. Appena mette piede in campo, partono i cori contro la società. Ma la giornata è (pare) di festa e allora si torna solo a sostenere la squadra. La Roma sembra portare a casa tre punti pesantissimi, poi succede l’impensabile. E il ritorno è davvero amaro. «La colpa è di Menez, ha sbagliato tutto», dice Paola, mentre Daniele se la prende con Ranieri: «Ma perché ha tolto Pizarro?» e Gianluca con l’arbitro che «non ha visto il fallo di Conti su Cassetti». Chiusura per Nicola, che mentre ripone la bandiera chiede: «Ma Daniele Conti, a noi, quanti gol c’ha fatto?».