LEGGO (F. MACCHERONI) - Menez è un talento che viaggia su alibi esili come quelle zampette che sembrano reclamare palestra, fatica. Fatica, già: brutta parola per chi ha palleggio facile. Lunica scommessa fatta e portata fino in fondo qui a Roma è nei dribbling: uno, due, tre, a volte quattro. Ci immaginiamo che viva in una casa fatta di specchi, perché deve godere a guardarsi e leggere talento nel riflesso. A maggio avrà 23 anni, troppi per essere una promessa, per non aver mai convinto né Spalletti, né Ranieri a scommettere su di lui, abbastanza per rendersi conto di aver fallito unoccasione unica.
Ci immaginiamo che viva in una casa fatta di specchi, perché deve godere a guardarsi e leggere talento nel riflesso. A maggio avrà 23 anni, troppi per essere una promessa, per non aver mai convinto né Spalletti, né Ranieri a scommettere su di lui, abbastanza per rendersi conto di aver fallito unoccasione unica.
Il dilemma della società è: venderlo o cederlo in prestito? Alla fine si potrà sbagliare, ma si è in un vicolo cieco. Di sbagliato cè soltanto lui, Menez.