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CORSPORT (L. CASCIOLI) - Si fa fatica a crederlo, ma la rivalità tra la Roma e la Juve prese corpo ancor prima che la Roma nascesse. I grandi duelli hanno sempre aiutato lo sport a crescere. E si aggiunga che la rivalità, nellItalia municipale e ricca di storie regionali, è quasi sempre una forma di difesa delle tradizioni e di orgoglio:
Ma torniamo al paradosso iniziale. La Roma non era ancora nata quando la Juventus cercò di rubarle il suo capitano, o meglio, il giocatore che sarebbe diventato il suo capitano. Stiamo parlando di Attilio Ferraris IV, che giocava nella Fortitudo insieme ai tre fratelli più grandi: Paolo, Gino e Fausto. Erano tutti figli di un piemontese che si era trasferito a Roma e che si guadagnava da vivere riparando le bambole in un negozietto di Borgo Pio.
Attilio stava facendo parlare di sé e la sua fama di giovane campione era giunta sino a Torino. La Juventus incaricò allora un avvocato piemontese, che aveva studio a Roma, di trattarne lacquisto con il padre del giocatore, proprietario del cartellino, offrendogli 20.000 lire. Ma la risposta negativa fu lapidaria: «Dite a quei signori di Torino che non vendo mio figlio».
La Roma nacque due anni dopo questo episodio e subito si propose come la rivale più agguerrita della Juventus. Nel campionato che vide i bianconeri vincere il primo degli storici cinque scudetti, la Roma arrivò seconda, ma con la doppia aureola di aver realizzato 8 gol più dei campioni, avendone subiti 6 meno. Non solo, ma durante quel serrato duello durato tutta una stagione, la Roma, il 15 marzo del 1931, riuscì a battere i bianconeri con uno squillante 5-0 con gol di Lombardo, Volk, Fasanelli e una doppietta di Bernardini. Il risultato fece breccia nella fantasia popolare e contribuì a consacrare la leggenda di Testaccio. Angelo Musco ci fece anche un film, chiamando a interpretarlo, insieme al celebre Mario Bonnard, anche tre giocatori della Roma: Chini, Ferraris IV e Volk.
Per ritrovare una certa frizione tra Roma e Juventus bisogna fare un salto di trent'anni, all'estate 1963, anno della cessione di Menichelli. Fu l'ex ct azzurro Vittorio Pozzo, che curava i resoconti per «La Stampa» a convincere i dirigenti bianconeri. Pozzo era un estimatore della giovane ala della Roma, nel cui «gancio» a rientrare aveva riconosciuto lo stile di «Mumo » Orsi. Ma la separazione, dolorosa, non fu conflittuale. Diverso invece quello che accadde sette anni dopo, quando Alvaro Marchini venne abilmente raggirato da Italo Allodi, che in un primo tempo aveva addirittura accettato di lavorare per la Roma, ricevendo un assegno di cento milioni. Pochi giorni dopo rinunciò all'incarico e stracciò l'assegno, proponendo a Marchini «laffare»: la Juve avrebbe ceduto alla Roma lo spagnolo Del Sol, il talentuoso Vieri , il centravanti Zigoni, e il difensore Viganò, con laggiunta di un pugno di milioni, in cambio di Capello, Spinosi e Landini. Marchini, che in quel momento aveva interessi in ballo con la Fiat, si lasciò tentare. Fu così che Capello e Spinosi portarono in alto la Juve, mentre il vecchio Del Sol, il litigioso Zigoni e il malaticcio Vieri, furono una delusione.
Con la presidenza di Dino Viola la conflittualità con la Juventus diventò esasperata. Non solo perché la Roma, crescendo di statura, si ripropose come rivale dei bianconeri, ma per una serie di episodi ricchi di ombre e di veleni.
C'è il caso del gol di Turone, che avrebbe dato lo scudetto alla Roma e che venne annullato da Bergamo. E il caso dei calci sferrati a Viola nella tribuna... donore di Torino. E il caso di Boniek: la Juve lo portò via alla Roma sotto il naso e Viola, anni dopo, riuscì a farlo suo per ripicca e per dare seguito a una promessa fatta al giocatore. E il caso della famosa faccenda dei «centimetri» per una punizione di Platini che dette la vittoria alla Juventus. Era l'anno del secondo scudetto giallorosso e il caso scandalizzò lo stesso Presidente Pertini, che il giorno dopo dettò allAnsa un monito molto severo alla trasparenza del calcio. Fatto sta che la Roma andò subito a vincere a Pisa e la polemica si sgonfiò. Ma per questi e altri episodi la rivalità è ormai diventata storica. Non ci vuol niente a riproporla. A volte basta un... Capello, come è accaduto lultima volta.