
IL ROMANISTA (D. GALLI) - Totti, Toni, Tor. Gol. Cè un meraviglioso filo comune che lega il Flaminio alla Roma. È un profumo intenso di Testaccio ai piedi del cuore patrizio della città. A una bava di vento dalla Sud, sotto lo sguardo impettito dei Parioli, si è consumata negli ultimi anni una storia damore. Bellissima, perché fatta di prime volte. Debutti, ritorni, conferme, abbracci, tiri, gol. Cioè, Tor. Luca Tor.
Lanno dello scudetto, terzo ma primo per chi nell83 era un romanista in divenire, a Capello servono certezze. È il 18 gennaio 2001. Emerson pare completamente recuperato dallinfortunio ai legamenti crociati, ma a Don Fabio serve un test più serio di quello con il Fiumicino, pochi giorni prima. La Roma assegna allOstia Mare il ruolo di sparring partner. Emerson torna a pestare per la prima volta dopo cinque mesi lerba di uno stadio vero. Che non è lOlimpico, ma insomma. Prova superata, al Flaminio germoglia un altro fiore tricolore.
Tre anni più tardi, il 4 settembre 2004, è un esordio mascherato da ritorno. Quello del tedesco che vola sotto
la curva vola e che al Flaminio atterra in panchina. La prima romanista di Rudi Voeller è buona: segnano Candela, Mancini e Montella, che in fatto di voli se ne intende. Lamichevole termina 3-1. È un sogno che si trasformerà in incubo, ma vallo a sapere. La stagione successiva, una partitella con la Lodigiani assume un valore quasi storico. Perché il 27 aprile 2006, 67 giorni dopo un infortuniodrammatico, il Flaminio riconsegna al calcio un giocatore che pure allora qualcuno dava per finito. E che invece di lì a qualche mese avrebbe consegnato allItalia il suo quarto Mondiale. Totti si mischia alla Roma Primavera, la caviglia sinistra risponde bene, al Flaminio finisce 2-2.
Lanno dopo, il 20 luglio 2007, Spallettisceglie il Flaminio per la prima uscita pubblica della Roma nella nuova
stagione. È solo un allenamento, ma per diecimila tifosi assetati di Roma è una sorgente. È il prologo per una
squadra che allepilogo si vedrà derubata dello scudetto. Ma è pure lultima volta di Chivu davanti ai suoi (quasi ex) tifosi. Oggi, è unaltra prima volta. Un altro bacio, un altro abbraccio, un altro gol. Ma chiamatelo Tor, Toni, Totti. Le assonanze, a volte, funzionano.