Boniek: "L'anti Inter è la Roma"

05/01/2010 alle 08:26.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «C’è solo la Roma, dietro l’Inter». Detta così fa un certo effetto. «No. Io guardo l’organico. Il migliore, il più forte, dopo quello di Mourinho». Detta da Zibì Boniek è un’investitura. Perché il polacco, ex Juventus ed ex Roma, non gioca mai a carte coperte. Non conosce il bluff, ma sa scoprirlo. Ed è per questo che con lui ripartiamo dal 30 agosto: vittoria all’Olimpico

Perché il polacco, ex ed ex Roma, non gioca mai a carte coperte. Non conosce il bluff, ma sa scoprirlo. Ed è per questo che con lui ripartiamo dal 30 agosto: vittoria all’Olimpico senza storia, 3 a 1, dei bianconeri, dopo due giornate già in vantaggio di un set, 6 a 0, sui giallorossi ultimi in classifica.

 

Oggi è un’altra graduatoria, con la Roma capace in 15 turni di fare 4 punti più della . Boniek, che cosa è successo?

«Semplice, la Roma è tornata la Roma. Nella posizione che le compete per i giocatori che ha».

 

Stupito più dalla buona partenza dei bianconeri o da quella falsa dei giallorossi?

«Dall’inizio della Roma. In quel periodo aveva problemi. Fuori e di conseguenza in campo. Ma non era una questione di forma o di rosa. L’ambiente, a Trigoria, rifletteva stanchezza nei confronti della vecchia gestione tecnica. In sintesi: era mancato il coraggio in estate. Da parte della società o di Spalletti, scegliete voi. Il rinvio ha fatto male a tutti. La aveva invece iniziato correttamente, secondo le aspettative. Poi, i problemi attuali».

 

Adesso, però, le gerarchie si sono capovolte. Non è che Ferrara sia arrivato su quella panchina troppo presto e Spalletti sia andato via troppo tardi?

«Su Luciano sono d’accordo. Ha fatto grandi cose, ma doveva lasciare prima. Su Ciro il discorso è più complicato. La sua carriera somiglia tanto a quella di Roberto Mancini: subito una grande squadra e addirittura in una società potentissima».

 

Che cosa vuol dire?

«Ferrara non aveva il curriculum di allenatore da serie A. Quindi se lo prendi, lo devi difendere. Ricordatevi con il Parma. Quando ebbe le prime difficoltà, fu protetto. ecco perché ora guida, dopo il Milan, il Chelsea».

 

Blanc si lamenta del trattamento ricevuto in Italia, dice di essere antipatico perché gli eredi Agnelli hanno affidato la a un francese. E’ d’accordo?

«No. A parte che tutta quest’antipatia non la vedo, ma francesi e italiani sono in guerra da sempre su chi è nato prima... La verità è un’altra: lui si è preso troppe responsabilità. E in Italia, quando le cose non vanno, si cerca il colpevole. Blanc ha in mano tutto, dovrebbe solo dividere le responsabilità con altri. In questo senso l’arrivo di Bettega gli può far comodo: Roberto è preparato e ha ossa bianconere».

 

E comunque gli Agnelli già affidarono in passato la a un francese: fa finta di non ricordare?

«Platini, certo. Fu criticato anche lui. Aveva la pubalgia, ma andò per sei mesi in campo senza lamentarsi. Dal primo giorno si capiva che campione era. Tra giocatore e dirigente, però, c’è una bella differenza. E come sempre contano i risultati».

 

Con Ferrara in difficoltà, ecco che riemerge Ranieri, cacciato la scorsa primavera, proprio sul traguardo, dalla ?

«Un grave errore della società bianconera. Lui era vittima di un attacco spropositato di un giornale. Era condannato in partenza. Una scelta prematura, aveva fatto bene, battendo anche il Real. Grazie all’esonero di Torino, lui sta vivendo una situazione piacevole alla Roma. E se la merita tutta».

 

Ha subito riportato in alto i giallorossi.

«Niente di anormale, la Roma non era certo quella di inizio stagione. Adesso sta dove deve. In Italia non si gioca bene. L’Inter è in testa solo perché ha più scelta. La differenza qui la fanno le individualità. La seconda, per me, è la squadra di Ranieri: la preferisco al Milan e anche alla . Anche se è dietro, parte nel nuovo anno alla pari con questi due club. E tornerà in . Per la Roma che si autofinanzia conta più di altri parteciparvi. Ma non da quarta, perché poi rischia di prendere rivali di primo piano e di uscire subito».

 

La Roma si presenta nel 2010 con Toni. Lo reputa un bel colpo?

«Certo, l’ultimo centravanti d’area ad aver vestito questa maglia era stato il Bomber. Sì, Pruzzo. Bisogna solo vedere come sta. Ne faccio un discorso di struttura fisica e d’età. Non gioca da mesi e non si trova la forma in un giorno. Gli auguro, comunque, di far coppia con . Francesco, quando si ritroveranno insieme, dovrà un po’ cambiare posizione. Luca si troverà bene: la Roma sa utilizzare le fasce».

 

Da fuori, come giudica il momento della società giallorossa?

«Come quello della squadra. Ranieri è stato l’ideale per tutti. Le vittorie regalano convinzione ai giocatori e serenità alla proprietà e ai dirigenti».

 

E intanto, mentre la Roma va a Cagliari con Toni in più, Ferrara a Parma si gioca il posto?

«La ha voglia di cambiare allenatore. Ma io sto con Ciro che sicuramente centrerà la zona anche se questo sarà un anno difficilissimo per lui. Un grande club non può far saltare un tecnico dopo i primi risultati negativi. Uno straniero non risolverebbe niente in questo momento. Io, insomma, terrei Ferrara».