«Aspettate i pullman al casello e poi muovetevi tutti insieme»

23/01/2010 alle 11:06.

IL ROMANISTA (A. ROMANO) - Quasi quattromila romanisti, la curva juventina che guarda a Sud chiusa per decisione dellOsservatorio sulle manifestazioni sportive, una trasferta daltri tempi. No, Juve-Roma non sarà mai una partita come le altre. La nostra gente, una volta terminati i 1600 posti del settore ospiti, ha fatto man bassa anche dei biglietti di tribuna. Stasera, sarà invasione.

«Ai meno esperti e a quelli che andranno in macchina - spiega Zappavigna - consiglio di fermarsi al casello e di aspettare larrivo dei pullman organizzati che sono scortati dalla polizia. Non è il massimo, ma almeno si può evitare di lasciare incustodite le proprie auto col rischio che qualcuno le danneggi. Anche perché, con questo clima, tornare a Roma senza parabrezza non è proprio una idea brillante». Ma a non convincere lo speaker di 'Rete Sport' è soprattutto il tragitto da coprire per arrivare al nuovo stadio di Torino. «Ora - continua - non cè più il Delle Alpi dove si arrivava direttamente dallautostrada evitando tutti i problemi. LOlimpico, infatti, è proprio al centro e per arrivarci devi attraversare tutta la à con il conseguente rischio di trovare i gruppi delle altre tifoserie».

Una eventualità rafforzata proprio dalla chiusura della curva juventina. «Questa era una partita ha rischio - va avanti Zappavigna - e loro hanno già dei problemi fra le diverse fazioni del proprio tifo. LOsservatorio ha deciso prima di chiudere una curva della , poi di sospendere la vendita di biglietti per la curva aperta. È sicuro - aggiunge - che i tifosi della che non potranno più entrare allo stadio saranno fuori dalla curva». Ed è proprio per risolvere questo problema che, secondo Zappavigna, era necessario o rinviare la chiusura della curva, oppure vietare la trasferta ai romanisti come accadeva negli anni passati. «Era la logica a chiederlo  spiega  senza contare che come ciliegina sulla torta si è deciso che gli unici striscioni a poter entrare sono quelli con il marchio . Non si può decidere su questa materie senza conoscere come funziona lo stadio. Insieme a prefetti e osservatori - conclude - cè bisogno anche del parere di chi frequenta lo stadio perché non serve la repressione, ma la prevenzione».