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IL ROMANISTA (A. ROMANO) - Quasi quattromila romanisti, la curva juventina che guarda a Sud chiusa per decisione dellOsservatorio sulle manifestazioni sportive, una trasferta daltri tempi. No, Juve-Roma non sarà mai una partita come le altre. La nostra gente, una volta terminati i 1600 posti del settore ospiti, ha fatto man bassa anche dei biglietti di tribuna. Stasera, sarà invasione.
«Ai meno esperti e a quelli che andranno in macchina - spiega Zappavigna - consiglio di fermarsi al casello e di aspettare larrivo dei pullman organizzati che sono scortati dalla polizia. Non è il massimo, ma almeno si può evitare di lasciare incustodite le proprie auto col rischio che qualcuno le danneggi. Anche perché, con questo clima, tornare a Roma senza parabrezza non è proprio una idea brillante». Ma a non convincere lo speaker di 'Rete Sport' è soprattutto il tragitto da coprire per arrivare al nuovo stadio di Torino. «Ora - continua - non cè più il Delle Alpi dove si arrivava direttamente dallautostrada evitando tutti i problemi. LOlimpico, infatti, è proprio al centro e per arrivarci devi attraversare tutta la città con il conseguente rischio di trovare i gruppi delle altre tifoserie».
Una eventualità rafforzata proprio dalla chiusura della curva juventina. «Questa era una partita ha rischio - va avanti Zappavigna - e loro hanno già dei problemi fra le diverse fazioni del proprio tifo. LOsservatorio ha deciso prima di chiudere una curva della Juve, poi di sospendere la vendita di biglietti per la curva aperta. È sicuro - aggiunge - che i tifosi della Juve che non potranno più entrare allo stadio saranno fuori dalla curva». Ed è proprio per risolvere questo problema che, secondo Zappavigna, era necessario o rinviare la chiusura della curva, oppure vietare la trasferta ai romanisti come accadeva negli anni passati. «Era la logica a chiederlo spiega senza contare che come ciliegina sulla torta si è deciso che gli unici striscioni a poter entrare sono quelli con il marchio Juve. Non si può decidere su questa materie senza conoscere come funziona lo stadio. Insieme a prefetti e osservatori - conclude - cè bisogno anche del parere di chi frequenta lo stadio perché non serve la repressione, ma la prevenzione».