
IL ROMANISTA (G. DOTTO) - L'unica buona notizia è che la Juventus, con larrivo di Zaccheroni, è ufficialmente fuori dalla lizza per la Champions. Risulta persino struggente la pochezza dei suoi attuali dirigenti, capaci di piazzare sulla panchina del più carismatico club italiano i due meno carismatici allenatori, si fa per dire, di tutti i tempi. Prima un malinconico e sghembo Pulcinella perseguitato dalla malasorte, poi un sopravvissuto che porta davanti alle telecamere locchio spento dei bovini con il presentimento del macello...
Le buone notizie finiscono qui (per leventuale spogliarello della Cuccarini dovremo aspettare maggio).
Fino a qualche giorno fa eravamo tutti qui a coccolarci sul tema del tridente sì o tridente no. Oggi, contro il Siena di quel comico naturale prestato al calcio che è Alberto Malesani, siamo qui ai piedi della Bestia, alla quale chiediamo di essere oggi almeno un poco bestiale. Il Toto? Doveva essere un film che ci avrebbe fatto fare un mucchio di risate, fin qui siamo a un melò strappalacrime anni 50.
Per fortuna, un minimo di culo, abbiamo sfilato allultimo momento Baptista dalle grinfie di Mourinho che lo voleva, eccome. Daltra parte, se va in difficoltà lInter che ha il doppio in quantità e qualità del nostro organico, come poteva pensare la Roma di sentirsi al riparo con due nobili ultratrentenni, Totti e Toni, e un ragazzo, Vucinic, sempre più bello ma anche sempre più fragile? Perso Guberti, evanescenza fatta calcio, sarebbe stato un errore colossale rinunciare anche a Baptista, Menez o Cerci, meno bislacco e non meno talentuoso del francese. Spero proprio di vederlo oggi in campo Cerci, lui a destra, Taddei a sinistra, due belle zecche ai fianchi del Siena. Ma, sia chiaro, la buccia di banana, come dice limmaginifico Ranieri, è lì, subdola, in piena curva e alla fine, Bestia o non Bestia, a portarci per mano illesi alla meta saranno sempre loro tre, De Rossi e Pizarro in mezzo, Juan dietro.