
LEGGO - Difficile dire se questo derby sia stato più brutto o più pazzo, difficile dire se erano più giuste le lacrime di Nando Muslera o quelle di tutti i romanisti che correvano sotto la Sud, travolti dalle note di Antonello Venditti, col cuore schizzato in gola per una partita così, vinta dun gol, dun niente, dopo tanta paura e poco calcio.
Un disastro. Ballardini ha avuto un unico merito, che gli va riconosciuto: ha schierato la squadra da provinciale. Ma anche un torto imperdonabile: ha continuato a giocare da provinciale e ha evitato di correre il minimo rischio che la partita suggeriva, cioè inserire Rocchi per approfittare delle turbe psicologiche della Roma. Ranieri ha schierato la solita Roma, chiedendo a Burdisso di fare la guardia alla fascia destra e, soprattutto, si assicurava un uomo in più in grado di chiudere durante i calci dangolo offensivi, quando cè la corsa a saltare in area avversaria. Ma la Roma saltava poco. Soprattutto luomo. Mentre Zarate, se avesse voltato il capoccione, all11 avrebbe visto Kolarov solo alla sua sinistra. Solito Zarate. Quanto invece alla Roma, ricordiamo una conclusione di Menez al 20. Tra il poco e il niente. Ma Ranieri è un uomo fortunato e, quando si aggiungeva un disastrino, cioè linfortunio di Mexes (eccessivamente nervoso), doveva per forza inserire Cassetti: guarda un po il destino, il numero 77. Nella ripresa la Roma, senza Menez (era anche ammonito), con Brighi che consentiva a Perrotta di reinserirsi al centro, si vedeva qualcosa di più.
Anche se era la Lazio a dare limpressione di potersi portare a casa i punti. E infatti Zarate, sfruttando uno sciagurato passaggio indietro di Cassetti, si beveva Juan e Julio Sergio benediceva il palo. Sulla respinta, con il portiere a terra, Mauri tirava a botta sicura: ma spuntava come Rambo dal fango il portierone e deviava in agolo. Miracolo? Qualcosa di simile. Rocchi? In panca. Era il 15. Vucinic, vergognoso fin lì, si metteva in luce per un paio di giocate. E al 77 trovava il 77, Cassetti: botta precisa allangolino, con Muslera che sallungava invano. E invano Ballardini si ricordava di Rocchi. E invano la Lazio provava una reazione. Pizarro provava a dare una mano facendosi espellere per due falli in un minuto, ma cera poco da fare. Anche perché Totti prendeva botte e faceva passare i secondi e la grande, imperdonabile, paura.