Schiacciate e colpi di tacco: è qui la festa. Con qualche stoccata

15/12/2009 alle 09:52.

GASPORT (A. CATAPANO) - Ma datti al calcio, o al basket. Dipende dalla profes­sione di partenza. C’è chi eccel­le nell’altro sport più che nel proprio, chi se la cava bene sia con i piedi sia con le mani, chi è un disastro sul campo e sul parquet, chi, infine, non ha tro­vato spazio nemmeno qui, mandato in parterre. Anche ie­ri Julio Baptista è rimasto a guardare, ma stavolta potreb­be essere un buon segno: ma­gari lo hanno risparmiato per farlo giocare a Sofia. Lui sibila come se fosse una fiondata dei bei tempi: «Presto tornerò la Bestia», grrrr...

Polemica Alla faccia della fe­sta, dopo la musica e i corian­doli nemmeno fosse Carneva­le, Stefano Guberti scarica tre frasi pesanti come palloni a spicchi. «Sono stato messo da parte. Non è piacevole andare sempre in tribuna. A gennaio cercherò di andare a giocare al­trove ». E dire che sul parquet si era divertito: playmaker, guar­dia, tiri liberi, penetrazioni, ha fatto tutto lui. Sotto gli occhi dello stato maggiore romani­sta (Rosella Sensi e consorte, Montali, Pradè) e di Ranieri, quello che lo ha messo da par­te. La polemica non cambia l’esito della serata: circa 9.000 spettatori, 6.125 euro incassa­ti con l’asta delle maglie, 344.075 pasti garantiti ai bam­bini del progetto World Food Programm. Un successone.

Parti invertite Roma è scesa in campo, in effetti: le squadre di calcio e di basket della capitale insieme per una sera. Doveva esserci anche la Lazio, poi i Lo­tito boys hanno dato forfait. La gente si è divertita, i giocatori pure. Si è giocato prima a basket, poi a calcetto, due squadre allestite in base alla nazionalità (Italia e Resto del Mondo), una vittoria per par­te, meglio gli stranieri a cane­stro, travolgenti con i piedi gli italiani. I migliori calciatori/ce­stisti: Guberti, Riise e Vucinic. , un po’ a disagio, ha rosicato. «Sono rimasti chiusi in palestra per un mese, l’han­no presa sul serio, noi voleva­mo solo divertirci». ha fat­to un po’ l’attore, un paio di mosse, qualche faccia, e il pub­blico ha gradito. E i cestisti/cal­cettari? Giachetti ha segnato di tacco e non ci credeva nem­meno lui. Gigli è andato a pren­dere un pallone in cielo e lo ha schiacciato in rete di testa. Chiusura un po’ amara, sem­pre a firma Gigli: «Ci voleva la Roma per vedere un po’ di gen­te al PalaLottomatica». Se rico­minciaste a vincere...