IL ROMANISTA (M. IZZI) - la vigilia della gara con il Parma del 13 aprile del 2003 era trascorsa più che altro sulla scia della serpeggiante polemica tra il freschissimo ex Gabriel Omar Batistuta (appena accasatosi allInter) e Antonio Cassano. Nel corso di InterRoma (3-3 del 6 aprile) i due sul terreno del Meazza non si erano neanche incrociati (
Per capire come stessero le cose basta leggere quanto lo stesso Cassano ha avuto modo di dire nel libro autobiografico Dico tutto: «Batistuta era argentino sì, ma dei Parioli. Non me ne fregava niente di lui. Aveva una marea di difetti. Tirchio, invidioso, criticone. Con lui non mi sono preso dal giorno zero. Così gli ho fatto capire subito che non mi interessa avere un rapporto con lui, e lui ricambia la freddezza. ( ) Mi vendicavo in allenamento. Quando prendevo palla gli dicevo: Corri vecchio, vieni a prenderla, vienimi dietro. Non ce la faceva più. In quello spogliatoio le cose funzionavano, ma amici veri ce nerano pochi. Ognuno pensava ai cazzi suoi. Però non mi stavano tutti sul ( )». Con un personaggio come Cassano, che Capello schiera ancora come titolare, anche la gara con il Parma (che è reduce dalle vittorie contro la Lazio e il Milan e che in classifica sopravanza la Roma di nove punti occupando il quinto posto), per giunta da disputare a tre giorni dal derby di semifinale valevole per la Coppa Italia, presenta le sue insidie.
Del resto a spulciare i nomi della squadra emiliana,a distanza di qualche anno ci si rende maggiormente conto del potenziale del gruppo allora diretto da Cesare Prandelli. In attacco troviamo limperatore Adriano (quello prima maniera che per usare il gergo di Mickey, lallenatore di Rocky: Mangiava saette e cacava fulmini), Mutu e un certo Gilardino. In difesa e a centrocampo elementi di valore come Frey, Bonera, Ferrari e Brighi. Persino sulla panchina dei giallo-blu si respira la storia del calcio, osservando i volti di Taffarel e Benarrivo, reduci della finale mondiale di USA 94. In Curva, nonostante la splendida giornata si respira unaria pesante. Cè contestazione
aperta verso la squadra con diversi gruppi della Sud, tra questi i Boys, che per protesta contro il rendimento
non esaltante degli atleti giallo-rossi hanno capovolto gli striscioni. Dopo tre minuti dal fischio dinizio un brusio si leva dagli spalti, con uno scatto assassino Adriano lascia sul posto Panucci e fionda verso la porta di Pelizzoli, a cui non sembra vero di essere riuscito a mettere in angolo. Cominciamo bene, sfugge a più di uno dei presenti allOlimpico
ma per fortuna anche quando non ben comincia la Lupa da qualche anno a questa parte è sempre alla metà dellopera grazie a Francesco Totti. Al 10 il capitano usufruisce di un calcio di punizione e da 30 metri indirizza una sassata maligna contro la porta ospite. Il pallone deviato finisce sui piedi di Zebina che si trova solo davanti a Frey. Il francese, forse commosso dal suo connazionale portiere o perduto a contemplare un sole non così caldo come avrebbe potuto essere in quel di Torino
si fa precedere da Frey. Le azioni si succedono a ritmo forsennato e prima che il cronometro arrivi a compiere il fatidico 37 giro, sui taccuini dei cronisti sono finite già quattro occasioni da rete per la Roma e due per il Parma.
Tra questi fuochi dartificio non si può non ricordare il tiro di Candela ribattuto sulla linea da Barone al 26 (a fornire la palla a Vincent era stata una sponda spalle alla porta di Totti) e la gran botta con cui il marito di Ilary Blasi (non sappiamo più come nominarlo perché in questa gara è semplicemente onnipresente), sfiora la traversa al 35. Due minuti più tardi, però, come anticipato, arriva la rete di Adriano. Spostato sulla destra rispetto alla rete difesa da Pelizzoli, lImperatore batte un calcio di punizione di terrificante potenza, non cè il tempo neanche per pensare di poter pensare di fare qualcosa, che il Parma è in vantaggio. Fino alla fine del primo tempo non accade più nulla, anzi no! perché sempre il marito della Blasy, quando già qualcuno è a fare la fila per un caffé, parte sul filo del fuorigioco, arriva davanti a Frey e sbatte la palla a baciare la rete
tutti a girare lo zucchero. Nella ripresa continuano ad accaderne di tutti i colori. Adriano ed Emerson si divorano gol già fatti, Montella ne fa uno ma larbitro Trefoloni (forse per solidarietà con Adriano ed Emerson) annulla. Poi il Parma prova a far suo il match con un nuovo missile su punizione di Adriano e con una conclusione di Mutu che ben aveva sfruttato uno scivolone di Lima degno di una pista di pattinaggio della Bielorussia. Al 27 però, Tommasi (un nome che con gli anni è sembra sempre più diventare una poesia) mette al centro e Gianni Guigou (in campo da 5), in spaccata, fa 2-1. Adriano e Mutu hanno ancora il tempo di farci tremare
ma alla fine la Lupa la spunta
lindomani il CdS con una meravigliosa sfacciataggine giallorossa che sembra molto figlia del nostro Francesco Campanella titolava: La Roma si mangia Adriano
amen!