IL ROMANISTA (G.RICCI) - Giovedì alluna di notte, sbarcata la squadra dal charter di ritorno da Sofia, Luciano Pettinari è stato il primo a condividere con suo figlio Stefano e Pippo Scardina la gioia del debutto tra i grandi: «Con lautorizzazione di Bruno Conti - racconta al Romanista- sono andato a prenderli allaeroporto per evitargli di dover passare per Trigoria prima di tornare a casa. Camminavano sulle nuvole, tanto erano ancora frastornati. Ed è stato bellissimo come il resto della squadra si sia complimentato con loro prima di salire sul pullman».
Il giorno dopo di Pettinari è stato dedicato soprattutto a recuperare le ore di sonno perdute alla vigilia del match, quando dormire è stato reso impossibile dal turbinio di emozioni vissute nellattesa del grande giorno. Una volta alzatosi, il numero sette della Primavera è stato assorbito totalmente dalla lettura dei giornali: un momento come quello vissuto al "Vasil Levski" di Sofia va gustato riga dopo riga, articolo dopo articolo. Senza dimenticare tuttavia di rispondere agli sms di amici e compagni. Una giornata particolare, poi però tutto è tornato alla quotidiana
normalità. Solito appuntamento con lamico e compagno di squadra Andrea Polinni (la mamma del centrocampista e il papà di Pettinari si alternano a fare da driver ai figli), e via al "Fulvio Bernardini" per lallenamento con la Primavera. Un pomeriggio come tanti, nel contesto di una giornata indimenticabile. Come ci dice il padre, Pettinari ha rischiato di vestire la maglia dellInter: «Quella nerazzurra era lofferta più vantaggiosa, ma siccome lo volevano anche Roma e Lazio, abbiamo scelto i giallorossi. Stefano è romanista»