
IL ROMANISTA (T. RICCARDI) - "Ad inizio partita verrò a salutarvi sotto la curva, mi siete rimasti nel cuore". Firmato Christian Panucci, dedicato ai tifosi della Roma. Ha girato tanto nella sua carriera: Milan, Real Madrid, Inter, Chelsea e Monaco. Tutte grandi squadre, tutte con una storia di successi e vittorie alle spalle, ma Roma per lui ha un sapore diverso. Chi rimane a lungo con questa maglia, decide di legarsi a vita allambiente, alla città e, inevitabilmente, ai colori.
E successo per Montella, Delvecchio, Candela, se andiamo a scavare ancora più nel passato possiamo citare Maldera, Nela, Pruzzo e Faccini. Sarà così anche per Panucci, che tornerà a vivere nella sua villa di Grottaferrata
non appena avrà appeso gli scarpini al chiodo. Domani, però, sarà avversario con il Parma, in uno scontro diretto per il quarto posto: «Questa è la partita che non avrei mai voluto giocare le parole di Panucci a Erre 2, durante la trasmissione Il mio canto libero -. Sono rimasto molto legato alla maglia, alla squadra, ai tifosi. Sarà una grande emozione per me scendere in campo da avversario allOlimpico».
LOlimpico, lo stadio che lo ha visto protagonista dal 2001 al 2009, otto lunghi anni: «Sono stato un privilegiato ad aver giocato in grandi club - continua il difensore -, ma quando mettevo quella maglia alle 2.25 mi trasformavo. Le emozioni che ti danno quei colori non le provi da altre parti. Credo di aver dato lanima non solo nella squadra, ma anche nello spogliatoio dove ho trovato ottimi ragazzi, che tengono al bene della Roma. Da questo punto di vista, siete in buone mani». Doveva restare a vita. Gli avevano promesso un futuro da dirigente come Francesco Totti.
Lo scorso anno, poi, a Napoli si ruppe qualcosa. Il rifiuto di andare in panchina fece infuriare Spalletti, che lo escluse dalla lista Champions, e Rosella Sensi, che decise così di non prolungargli il contratto: «Lunico mio problema è non poter più mettere quella maglia. La non chiarezza mi ha dato fastidio. Alla fine neanche mi hanno detto: Non te lo rinnoviamo. Non lo meritavo, credo di aver dato tanto, sono sempre stato presente, la società si poggiava molto su di me, e invece è andata diversamente». Il finale è per i ragazzi della Sud, con i quali ha avuto anche dei confronti, ma domenica gran parte della curva gli tributerà un applauso: «Sono rimasto molto legato a voi, quando sbagliavo lagente capiva che lo facevo in buona fede. Per questo verrò a salutarvi, perché mi siete rimasti nel cuore. Voi come nessuno mai».