
IL ROMANISTA (P. SAPEGNO) - Questo derby capita proprio al bivio di una stagione. Lo so che si dice sempre così. Solo che questa volta non è un modo di dire. La Roma ha cambiato allenatore, ha cambiato gioco (e forse dovrebbe cambiare anche qualcosaltro), speriamo che abbia cambiato pure marcia, come pare. Quando è arrivato Ranieri sulla panchina dei giallorossi, io sono tra quelli che qualche dubbio lha avuto, fossanche per i suoi recentissimi trascorsi juventini. Il fatto è che se cè una squadra che nel Paese del catenaccio e della difesa a oltranza ha sempre fatto divertire i suoi tifosi cercando il bel gioco, beh questa è sempre stata la Roma. Persino la compagine del concretissimo Capello nellanno dello ..
Partita dopo partita - pur fra qualche intoppo e laltro - ho dovuto ricredermi. Certo, non è più la Roma frizzante, di corsa e di fiondate improvvise, costruita nel tempo da Luciano Spalletti. Ma è una squadra solida, lottatrice, una squadra che deve aver preso dal suo allenatore la voglia di combattere fino allultimo e di non cedere mai gli avamposti conquistati. In questo momento, va bene così. Come ha già dimostrato con lInter (e anche col Milan: non è stata uno scandalo quella partita?), io so che non mancherà mai agli appuntamenti che contano. Per questo ci credo. Abbiamo ripreso a correre, e davanti, in classifica, a parte le milanesi, cominciano tutte traccheggiare un po. E una occasione da non perdere, un bivio da imboccare alla svelta.
Ma non lo è solo per noi. E questa è laltra faccia della medaglia. Se la Lazio perde, dovrà cominciare seriamente a prendere in considerazione il rischio della serie B. Nonostante tutte le dichiarazioni di rito, le smargiassate di Sinisa Mihajlovic e le fiduciose promesse di Ballardini, su quella sponda devono covare una
paura da matti. Questo, alla fine, potrebbe essere un vantaggio. Per me già lo è. Ci sono partite che io ho sempre avuto paura a guardare. Perché langoscia di una sconfitta era più forte della sicurezza della vittoria. Confesso di essere di quei malati che riesce a sorbirsi tutta la domenica sportiva solo se si vince. Quando perdiamo cerco di far finta che non sia mai esistita quella giornata. Certo, poi non è così. Ma uno ci prova.
Lultima partita con la Juve, nellanno dello scudetto di Capello, due a due in rimonta, lho rivista fino a impararla a memoria. Solo dopo, però. Il derby era una di queste partite. Molte volte, ma non questa.
La sicurezza non so da che cosa viene. So che cè una ragione in più. E lidea che una vittoria della Roma potrebbe spingere la Lazio sullorlo di una crisi affacciata sopra il baratro della serie B non è che mi spaventa troppo. Dopo il derby, la squadra di Ballardini è attesa da un calendario abbastanza feroce che la metterà pure in gioco contro una lanciatissima Inter. Per loro potrebbe essere linizio della fine. Per noi, la fine della mediocrità?