
IL ROMANISTA (T.RICCARDI) - Che fine ha fatto Max Tonetto? Se lo chiedono in tanti, ma una risposta vera e propria ancora non è stata data. A Trigoria non si allena con la squadra da tempo. In città qualcuno comincia a pensare che la sua carriera sia giunta al capolinea.
Qual è esattamente il problema di Max?
«Si tratta di un infortunio al tendine che da un po gli sta dando problemi. Lui è sereno, continua a lavorare con fiducia, sicuro che prima o poi uscirà fuori da questa situazione».
Tempi di recupero?
«Credo che dopo la sosta di Natale qualche progresso lo vedremo. Speriamo sia la volta buona. Lo pensavamo anche dopo Inter-Roma, e invece ».
La società comincia a guardarsi intorno per il mercato di gennaio. Oltre al centravanti, sta cercando un terzino sinistro che possa dar respiro a Riise. Proprio il ruolo di Tonetto. Lui è infastidito?
«No, ci mancherebbe, sono valutazioni che fanno i dirigenti. E giusto che si cautelino in un momento come questo, considerato che non possono contare al 100% su Max. Però ».
Però?
«Sarebbe giusto se venisse ricordato anche lapporto dato da questo giocatore in tre anni. Ha vinto ed è stato titolare inamovibile. Nel calcio doggi si tende a dimenticare sempre tutto. Guardi Perrotta, Juan o Brighi, ad esempio. Nel momento di maggior difficoltà della squadra erano stati giudicati anche loro come giocatori finiti. Ora sono tornati protagonisti».
Tonetto a 35 anni ha voglia di tornare protagonista?
«La volontà cè, bisognerà vedere se questa coinciderà con le condizioni fisiche. Quando si passa abbondantemente la trentina, non si può mai sapere. Vedremo».
Difficile che la Roma gli rinnovi il contratto, in scadenza a giugno 2010.
«Di questo è inutile parlarne ora. La priorità è tornare in uno stato di forma accettabile. Per il resto cè tempo. In ogni caso, accetteremo ogni soluzione».
I rapporti con Ranieri sono buoni? In fondo Tonetto è sempre stato un fedelissimo di Spalletti.
«Con Ranieri non ci sono problemi. Max in carriera non ha mai avuto dissidi con gli allenatori. Si è sempre trovato bene con tutti. Da Novellino a Spalletti. Quando ha scelto di venire a Roma non lha fatto per Spalletti, ma per una sua scelta precisa. Il fatto che ci fosse il suo ex allenatore, poi, è stato un elemento in più, ma non determinante».