"La Roma come il Grande Fratello. Dormo in sede, studio la squadra"

29/12/2009 alle 12:38.

LIBERO (V. ZAGNOLI) - Fra venti giorni Gian Paolo Montali compirà 50 anni, da due ha lasciato il volley per dedicarsi solo al calcio. A fine ottobre è arrivato alla Roma, coordinatore e ottimizzatore delle risorse umane dell’area sportiva.
Coach, il quarto posto di fine 2009 è anche merito suo?
«Adesso per vincere servono due formazioni. Dietro c’è la squadra invisibile: le riserve, i medici, i magazzinieri, i preparatori; dge ds, la segreteria cheprogramma le trasferte».
Incidono quanto Totti e De Rossi?
«I calciatori possono dimostrare il loro talento a patto che la seconda squadra sia perfetta, che ciascuno si senta gratificato del ruolo. Fondamentali un forte senso di appartenenza al progettoe una macchina organizzativa e motivazionale ..

Coach, il quarto posto di fine 2009 è anche merito suo?

«Adesso per vincere servono due formazioni. Dietro c’è la squadra invisibile: le riserve, i medici, i magazzinieri, i preparatori; dge ds, la segreteria cheprogramma le trasferte».

Incidono quanto e ?

«I calciatori possono dimostrare il loro talento a patto che la seconda squadra sia perfetta, che ciascuno si senta gratificato del ruolo. Fondamentali un forte senso di appartenenza al progettoe una macchina organizzativa e motivazionale infallibile».

Lei non era tifoso della ?

«Sono di Traversetolo, tenevo il Parma. Quand’ero ragazzo militava in C, al massimo in B. AmmiravoAntognoniperché giocava a testa alta».

Ha giocato a pallone?

«Purtroppo... Nell’Astra, succursale della Sampdoria, a Parma. Ero tutto sinistro, mi facevano scendere in fascia e crossare, non mi piaceva molto, volevo andare in area».

Quando ha smesso?

«Nel ’74. Ero cagionevole di salute, passai 2-3 anni in collegio, a Cortina Misurina, nel Bellunese, per la bronchite asmatica. Mi dedicai al volley perché si giocava al caldo».

Perché è passato al calcio, dopo un quarto di secolo da allenatore sottorete?

«Ho vinto tutte le sfide che mi ero proposto (escluso l’oro olimpico, ndr), più volte gli stessi titoli, anche in Grecia. Nello sport serve sempre mantenere vivo il fuoco dentro».

Ma perché non il basket, ad esempio?

«Nel 2006 avevo ricevuto l’offerta della Lottomatica Roma, come , era concominante alla proposta di Elkann, preferii la ».




: «Montali è rigido, quasi tedesco. Ha personalità e ambizioni che stimolano anche la squadra».

«Parole che rispecchiano il mio carattere. Soprattutto nell’ambiente romano non è un male essere così. E Ranieri è un tecnico dall’imprinting molto forte: non lascia nulla al caso: nei due anni alla si era creato molto feeling».

Ha mai la tentazione di parlare di questioni tecniche? «Entro spesso nello spogliatoio, solo per motivare, alla mi capitava più raramente. Qui c’è divisione dei compiti: ciascuno sa come, quando e con che responsabilità muoversi».

Nel ritorno in Italia di Luca Toni c’è anche il suo zampino? «Sono al corrente delle manovre di mercato. Coordino e vigilo su tutto; vedo filmati, ascolto. Il ds Pradè mi aggiorna, c’è uno scambio continuo».

A pallavolo era un maestro di tattica, anche per il calcio disegna schemi? «Non entro nei concetti tattici. Ranieri mi spiega tutto, so come giocano, dal 4-4-2 al 4-3-2-1, conosco ruolo per ruolo. Resto dietro le quinte, con un profilo basso: annuso, sono curioso».

Alla con chi aveva un rapporto privilegiato? «C’era grande stima con Del Piero e Buffon».

Ha firmato sino al 2011, alla pallavolo è un addio?

"Di definitivo non c'è mai nulla. Seguo tutto compatibilmente al tempo che ho. Vivo una full immersion calcistica, abito a Trigoria, dentro una bellissima cittadella dello sport. Da solo, nella foresteria, ho lasciato la famiglia nel Parmense. Alle 7,30 ho i giornali davanti alla porta della camera, la sera dopo cena torno spesso in ufficio. Ritmi battuti da Cristina Mazzoleni, la responsabile economica".