Guidolin: "Cosa temo della Roma? Uno che ha fatto 27 gol in 30 partite nel 2009"

16/12/2009 alle 12:08.

IL MESSAGGERO - Francesco Guidolin forse è la via di mezzo tra il vecchio e il nuovo.Tra Ranieri e Allegri, tra Ventura e la new age che vede in prima linea Ferrara e Leonardo. Lui, Guidolin, intanto si gode il suo Parma, quarto in classifica, in attesa dello scontro diretto di domenica con la Roma. «Con tutto l’ottimismo possibile, non mi aspettavo nemmeno io di vivere una stagione così», dice il tecnico del Parma.



Qual è il segreto del vostro successo?


«La forza del gruppo. Ho a disposizione ragazzi straordinari sia per le loro qualità umane sia per quelle tecniche. Abbiamo trovato un mix di gioventù ed esperienza. Sono giocatori che vivono bene insieme, in campo e fuori. Siamo una neopromossa, il precampionato è andato male, invece siamo riusciti a migliorare giorno dopo giorno. Meritando per adesso la quarta posizione».



Il Parma, il Bari, il Cagliari: il fatto che siano nelle alte sfere della classifica significa che il campionato è di basso livello?

«Credo sia un giudizio ingeneroso. Parliamo di squadre che praticano un buon calcio, non sono lì per caso. Il nostro campionato forse non è il migliore in assoluto, ma resta comunque di ottimo livello. Ho visto bellissime partite degli altri Paesi, ne ho ammirate di belle anche da noi. Giocate a viso aperto, all’inglese».



In Italia vince sempre l’Inter, però.


«Che resta la favorita anche quest’anno, ma non si sa mai. Ancora non ha ammazzato il campionato. In Italia c’è stato in questi anni l’avanzamento delle squadre medie, che ora riescono a dare filo da torcere alla grandi. Ora la classifica è in un modo, alla fine le gerarchie verranno rispettate, di questo sono sicuro».



E’ la stagione dei ritorni: Ventura, Ranieri...


«Parliamo di allenatori capaci. Sono contento per quello che sta facendo Ventura a Bari, se lo merita. E’ un profondo conoscitore del calcio. Che dire poi di Ranieri: mi piace il suo stile, come allenatore e come uomo».



Ferrara e Leonardo vivono momenti difficili: è la fine del “guardiolismo”?


«Non direi. Io sono per l’avvento di nuovi allenatori, questo costituisce una crescita anche per noi. Però vanno aspettati, ci vuole pazienza, che da noi non c’è. Non si dà tempo. Devi vincere per forza e subito, e vincere non è mai facile per nessuno».



Spalletti che allenatore è?

«E’ un grande allenatore. Ha fatto crescere la Roma. Ha scritto una pagina di storia importante del nostro calcio».



Lei invece si sente un allenatore sottovalutato? Le è mancata la grande occasione, anche se qualche anno fa poteva allenare la Roma.

«No, sono contento di quello che ho a Parma.E poi, alla mia età ho smesso di pensare alle grandi squadre. Quando ero più giovane, occasioni ne ho avute, poi sono saltate e ci sono rimasto male. Ora però non ci penso, vado avanti, sapendo che se sono ancora in A, qualcosa di buono l’ho fatto».



Chi gioca il miglior calcio in Italia.

«Il , mi piace molto. Così come era bella la Sampdoria di inizio stagione. Ci metto anche il Cagliari, il Bari ovviamente e a me hanno fatto una buona impressione pure il e il Chievo».



Le squadre emergenti fanno a meno dei bomber da doppia cifra. Come se lo spiega?


«Penso sia un po’ frutto del caso, un po’ anche perché le squadre sono organizzate molto bene. Ormai per salvarti o per emergere non basta solo pensare a distruggere il gioco degli altri e puntare sull’attaccante che ti fa gol. Devi piuttosto saper giocare bene, in maniera organizzata. Nel mio Parma segnano un po’ tutti, ad esempio».



Roma-Parma una sfida per il quarto posto. Strano no?

«Sì, lo è. La Roma sicuramente arriverà molto più avanti di come è messa ora in classifica. Ranieri ha ritrovato il filo giusto, ha una squadra in costante crescita, con grande qualità in ogni reparto».



Cosa teme dei giallorossi
.

«Guardi, un po’ tutto. L’altra sera mentre vedevo Samp-Roma,il telecronista ha ricordato i gol di : 27 in 30 presenze annuali. Cosa devo temere, allora?»



Per Panucci sarà una sfida particolare.

«Lui la sente molto questa partita. E’ legatissimo a Roma e alla Roma.Ho avuto il piacere di conoscerlo e sono felice. Ci sta dando una grossa mano. E’ anco a un campione. In più, è umile».