E' una Roma bella e cattiva

15/12/2009 alle 10:30.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Vincere anche a Marassi sarebbe stato meglio. Ma va bene anche così. A me questa Roma piace sempre di più». Francesco Totti, per ora, si accontenta. Il sesto risultato utile in campionato (l’ottavo se si contano anche i successi contro il Fulham e il Basilea) dà forza al gruppo giallorosso che, grazie alla continuità, sta risalendo la classifica. Quinto posto con la Sampdoria e a tre punti dal Parma quarto, prossimo ospite all’Olimpico nell’ultima gara dell’anno.

Il capitano vede la Roma proprio dietro le tre grandi del torneo: «Perché noi siamo siamo una squadra da : il nostro obiettivo è tornare al più presto in scia delle prime tre, dell’Inter, del Milan e della . E’ quella la nostra posizione in classifica. Dopo la falsa partenza, ci siamo ripresi. Possiamo arrivare quarti. Anzi, dobbiamo. Bisogna crederci, anche perché mancano molte partite. intanto a Sofia la Roma va per avere la certezza del primato nel girone, poi ci concentreremo sul Parma, al momento la squadra più in forma del campionato».

riconosce a Ranieri i meriti del rilancio giallorosso. Oggi la Roma non è più fragile, grazie al lavoro fatto a Trigoria dal nuovo allenatore in tre mesi e mezzo. Francesco sa quanto pesa il ruolo, nello spogliatoio, del testaccino: «Ha grande carisma e noi ce ne siamo accorti subito. Per una squadra tecnica come la nostra, l’aspetto caratteriale rappresenta la cosa più importante. Era quello che ci mancava. Ora abbiamo più personalità e consapevolezza nei nostri mezzi. Si è visto anche a Genova contro la Sampdoria».

C’è feeling e si capisce tra il capitano e l’allenatore. Con Montali che, più che ottimizzatore, cerca di caricare quotidianamente il gruppo a Trigoria. Venerdì scorso, prima della cena per gli auguri di Natale con Rosella Sensi, ha messo fretta alla Roma, chiedendo lo scudetto in due anni. sposa le sue idee di trascinatore: «Montali ha portato la giusta mentalità. E’ un uomo di raccordo tra di noi e la società. Rigido, quasi un tedesco. Serviva una figura di questo spessore e con queste caratteristiche che portasse organizzazione in questo gruppo che deve migliorare. Ha personalità e le giuste ambizioni che stimolano anche la squadra. Il suo è un progetto affascinante. Giusto pensarla così: nel calcio può accadere di tutto e in poco tempo». Ma Francesco sa che cosa ci vuole per dar ragione all’ex mago della pallavolo. «I giocatori di qualità non ci mancano, per fare il salto vero e proprio è necessario completare e migliorare l’organico. Per rivedere la Roma in lotta per lo scudetto sono necessari rinforzi di primo piano. Almeno tre o quattro calciatori. Ne occorre uno per reparto».

Si guarda bene da fare un elenco di nomi. E’ successo spesso in passato, ma i suoi sogni non si sono mai avverati. E nemmeno sono andate a buon fine le telefonate fatte ad alcuni campioni, da Mutu nell’estate del 2008 a Toni all’inizio di questa stagione. L’attaccante, non per forza una centravanti, è stata l’ultima richiesta di Spalletti e anche la prima di Ranieri. , smentendo per l’ennesima volta di non essere contrario all’acquisto di una punta, apre la porta di Trigoria. Ma ad una condizione: «Bisogna prenderne uno che faccia la differenza. Uno forte, insomma. Rischio di ripetermi: ben vengano i campioni. più ce ne sono in squadra e meglio è per noi». Mentre parla, si rivolge a Okaka che gli sta accanto: «Occhio a Stefano. In prospettiva può diventare il nostro piccolo Drogba». Dall’attaccante al : «Ora ne abbiamo due molto bravi. Perché, oltre a Julio Sergio, non bisogna dimenticare Doni che in passato, giocando in condizioni fisiche precarie, ha mostrato un grande attaccamento alla maglia».

Domani il cda giallorosso ratificherà il suo nuovo contratto con la Roma (l’annuncio entro fine settimana). Stamattina non partirà, però, per Sofia. Ranieri non lo vuole rischiare in vista dello scontro diretto per la con il Parma e dopo la fatica al gelo di Marassi. Francesco conferma che non è stata una serata semplice: «Mi hanno piuttosto maltrattato e mi aspettavo che l’arbitro intervenisse più spesso, tutelandomi un pò di più».