IL ROMANISTA (P. BRUNI) - «Per me, anche al secondo posto». Non gli fa certo difetto lessere tifoso, ottimista e per nulla scaramantico, Marco Delvecchio, quando gli si chiede dove può arrivare questa Roma. Si è appena rimesso gli scarpini, per giocare lennesimo derby.
Quello del cuore? Se è per questo, del cuore lo erano anche i suoi. «Si prospetta un bel girone di ritorno perché nessuno, allinizio, poteva sperare che la Roma si ritrovasse oggi in una posizione così favorevole. I meriti di Ranieri? Aver ricompattato il gruppo ed esser riuscito a fare risultato, che è ciò che più conta. Giocare io con questa squadra? Magari». Concorda con lui sullobiettivo secondo posto il generale Domenico Rossi, del consiglio direttivo dellUtr. «E importante, però, restare con i piedi per terra». Arriva Maurizio Mattioli, un habitué. «Questo quarto posto è già un primo traguardo. Ma quanto rammarico per quei punti persi, con il Milan, la Juve Speriamo che continuino così. Ricordiamoci che Ranieri sta lavorando con una squadra che non ha scelto lui. Un desiderio per il 2010? Un assestamento della società ».
Gli si avvicina Tony Santagata, un altro che di derby come questo ne ha giocati in serie. «La serenità ritrovata sostiene il cantautore. - E questo il segreto. Quando cè armonia nello spogliatoio, va tutto bene. Cosa mi aspetto dal prossimo anno? Il ritorno in Champions ». «Si è rimessa in corsa» dice Stefano Colantuono, ieri sera sulla panchina dellInter. «La Roma ha tutte le potenzialità per competere con le prime. Ranieri è stato molto bravo, ma il merito è di tutti: squadra, tifosi e società». «Io non ho mai condiviso le critiche al mercato» sostiene Angelo Di Livio. «Secondo me, la squadra poteva far bene anche con lorganico che ha. Comunque, un acquisto mirato può portare oggi ulteriore euforia allambiente». Paolo Bonolis, capitano nerazzurro, è netto. «Sono felicissimo per la Roma. Cho tutta la famiglia che tifa giallorosso. Penso che dopo lInter è la squadra migliore. Limportante è che resti dietro di noi. Se sentiamo il fiato sul collo? Speriamo di non sentirlo. A meno che non abbiate un fiato da qui a laggiù ».
DERBY DEL CUORE
Applausi e tanti festeggiamenti. Obiettivo centrato in pieno. Il ventesimo derby del cuore ha mantenuto le premesse della vigilia, regalando ai quasi venticinquemila spettatori sistemati fra Tribuna Tevere e Monte Mario, uno spettacolo divertente e appassionante. Per una sera, lOlimpico, ha messo da parte i seriosi veleni della serie A, offrendo una delicata e spontanea vena di solidarietà. Ognuno rispetta i propri compiti assegnati. E il motore funziona in modo ineccepibile. Il comitato organizzatore, a metà torneo, comunica lincasso della vendita dei tagliandi: oltre centocinquantamila euro. Latmosfera si scalda già unora prima dellorario di inizio del triangolare. La pioggia, fitta e costante, non scoraggia né gli appassionati, né i molti artisti che si danno velocemente il cambio per intrattenere il pubblico, leggermente infreddolito. Lando Fiorini canta limmancabile Forza Lupi, Babbo Natale in rigoroso abito da lavoro in sella ad una bicicletta a tre ruote distribuisce doni, centauri a cavallo di poderose moto Harley Davidson sgassano sulla pista datletica, tre mascotte dellevento e tanti bei sorrisi per tutti. La prima a scendere in campo è la Roma accompagnata, come da prassi, dal suo inno: "Roma, Roma, Roma" di Venditti. A seguire la Lazio e Inter, anche qui, gemellate e unite da ununica, forte, bordata di fischi. Tocca poi alla banda dei carabinieri dare il via ufficiale agli incontri: tutto lo stadio si alza in piedi a cantare linno di Mameli. Non esistono insulti, petardi o fumogeni. Per una notte, allOlimpico ci sono più tifosi che forze dellordine. Già questo, vale quasi quanto una vittoria. Orgoglioso di essere stato chiamato a partecipare, leroe di tante stracittadine, Supermarco Delvecchio, a segno (ovviamente) nel primo mini incontro con i cugini biancocelesti finito 2-2, e poi ha battuto da solo lInter 1-0: «Si sa che il pubblico a Roma è grande. Lhanno sempre dimostrato, in più occasioni. Nonostante il cattivo tempo cè una meravigliosa cornice». Ugualmente affascinato e commosso, un altro ex romanista. Gigi Di Biagio: «Lo dicevamo poco fa negli spogliatoi: siamo sorpresi. Né il freddo né lorario sono riusciti a tenere a casa la gente. Bellissimo, il vero applauso va a loro». Meno in forma, rispetto ai due compagni di squadra, ma sempre entusiasta, lattore Stefano Masciarelli: «Qualsiasi sia il colore o la fede delle persone, il messaggio è forte e chiaro: la solidarietà non ha bandiere e la Capitale sta sempre in prima linea»