IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Il botto si chiama Toni, un bel nome da osteria veneziana. E un simpatico ragazzo. Simpatico lui e uno schianto lei, Marta. Non ne paghi uno e ne prendi due. Gentile omaggio dei crucchi, che una volta esportavano birra oggi esportano calciatori italiani.
Questa è la Roma di oggi. Un paradosso che cammina sul filo. La squadra più bella e forse più povera del campionato. Siamo i Maurizio Arena del calcio contemporaneo. Siamo lo specchio di questo Paese. Pensiamo in grande con gli stracci addosso. Lho sentito con le mie grandi orecchie laltro giorno Fabio Tavelli, il più bravo di tutti a officiare quella droga televisiva che è 'Sky Sport 24', dire: Dossena costa 5 milioni di euro, troppi per le casse della Roma. Umiliante ma vero. Lo sanno tutti, lo sa anche Tavelli, che siamo poveri. Ieri lha detto Javier Zanetti, indistruttibile molosso della schiatta interista. La nostra vera rivale è la Roma. Incredibile ma vero. Non sappiamo come pagare gli stipendi, ma siamo lincubo di Mourinho. Proprio il caso di dire, magica Roma.
E allora, da straccioni che non possono permettersi Dossena, ma solo prestiti gratuiti o acquisti poco onerosi, che facciamo? Esultiamo? Tutti al Flaminio tra due giorni? Solo perché Luca Toni è salito in autostop sul nostro carro, direzione Sudafrica, obiettivo Lippi? Esultate voi. Se vi pare. Il meccanismo è diabolico. Dopo Burdisso a noleggio e Zamblera non si sa cosa, Toni, 33 anni, ultimi fuochi, ci pare il paradiso, il vitello doro. Ragionamento da straccioni. Appunto. Felice anno nuovo (2010, 20 più 10 uguale 30, la maglia di Toni...