
GASPORT (A. CATAPANO) - Una vita da mediano (o terzino) è sempre meglio viverla in campo che in fabbrica, dove il futuro è nero come il carbone (o nei call center, fabbriche moderne per lavoratori precari, dove è nerissimo). Quando si usano nelle cronache calcistiche termini come «operaio», «classe operaia», «sindacalista», in generale «lavoratore», si corre il rischio di indignare buona parte dei lettori, tale è la distanza tra il mondo reale e quello irreale che lo sovrasta.
Tre corpi unanima. Ma agli operai il calcio piace. Gli piaceva anche nel 68, quando gli intellettuali consigliavano cose più serie e meno borghesi, «non questa quintessenza delloppio dei popoli», ma loro riempivano gli stadi. Gli piace ora, nonostante tutto riescono ancora a divertirsi. Con la Roma operaia di Claudio Ranieri, passato dalla macelleria al campo alla panchina alla fabbrica, si divertono poco, ma hanno ripreso a vincere, e questo conta. Lhanno vista nel derby - correre, menare, sudare, segnare, vincere al termine di una dura partita di lavoro - e lhanno applaudita. Sognavano di stropicciarsi gli occhi con il tridente delle meraviglie - le fiondate di Totti, gli assist di Vucinic, i ghirigori di Menez -, ma hanno finito con lapprezzare più il tridente operaio, lanima di questa Roma molto carattere e (ancora) poco gioco («Ma verrà», assicura Ranieri). I sacrifici finalmente premiati del metalmeccanico Cassetti, una vita a faticare e poi quel gol che è stato come ricevere un Tfr da dirigente, anche se non è ancora il momento di andare in pensione e anzi cè un contratto con la Roma da rinnovare. Le corse del portuale Riise, cresciuto aspettando le navi, ora un treno su quella fascia sinistra, sempre pronto ad accelerare e crossare. I recuperi e i rilanci di Brighi, la faccia e le mansioni del ragazzo di bottega, un garzone sulla mediana che fa quello che gli si chiede, con abnegazione e puntualità. Ma a volte mugugna perché vorrebbe guadagnare qualche soldo in più.
Al potere. Tutti e tre grandi lavoratori, operai del pallone, hanno tra i piedi il destino della fabbrica. A Genova, con la Sampdoria, la ditta As Roma si gioca un altro pezzetto dellEuropa che verrà, in un momento forse tra i più decisivi della stagione: Riise è il padrone incontrastato della sinistra romanista, Cassetti è tornato al potere a destra, Brighi dovrà sostituire lo squalificato Pizarro al centro. Operai in campo e in Parlamento.