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IL ROMANISTA (P.MOCCI) - Carlo Verdone uno di noi, non cè dubbio («vivo da fan e non da protagonista»). Uno di quelli che si tiene informato sulle sorti della Roma dalle colonne del 'Romanista', ma soprattutto uno di quelli che mette la Roma al primo posto.
Carlo, che 2009 è stato per la Roma e per i tifosi?
«Linizio di questanno è stato molto deprimente. Squadra deconcentrata e smarrita ed allenatore con la testa da unaltra parte. In più una confusione di bollettini su nuovi acquirenti, con conseguenti smentite, che hanno portato lintera squadra a perdere la sua fisionomia in un gioco confuso e tuttaltro che divertente. Ora, con larrivo di Ranieri e alcuni risultati importanti, la squadra sembra più lucida e determinata. Non fa un bellissimo calcio ma almeno i punti si vedono. Alla fine Ranieri ha risolto un problema non da poco».
La partita più bella dellanno e quella più importante?
«Direi quella con la Fiorentina. Ecco, lì per quasi 90 minuti la squadra è stata lucida e praticamente perfetta».
A Totti cosa vorresti dire?
«Gli vorrei dire grazie per esser sempre, ormai da anni, il riferimento della squadra. Credo che nessun giocatore dopo tutte quelle operazioni avrebbe avuto la forza psichica di riprendere e combattere. Totti è un vero combattente».
Tra sei mesi ci saranno i Mondiali, pensi che il Capitano debba andarci?
«Totti ha una lucidità e una sicurezza superiore a tutti e credo che sia indispensabile il suo ritorno in Nazionale. Francesco è lestro e quella Nazionale ha bisogno di un grande fantasista come lui».
A proposito di Mondiali, tu hai festeggiato gli azzurri neo campioni del mondo dal palco del Circo Massimo. Che ricordi hai di quellevento?
«Ho un ricordo bellissimo perché quella sera si stavano festeggiando a Roma giocatori di altre squadre insieme ai nostri della Roma. Una pagina di bel calcio, quello che unisce e non quello con lodio sportivo. Mi ha molto colpito Pirlo che mi ripeteva molte battute dei miei film, labbraccio con Iaquinta, con Grosso e tutti gli altri. E chiaramente i baci che ho dato a Francesco e Daniele ormai non li conto più. Ma cè una cosa che nessuno ha mai scritto: le scale che portavano sotto al palco si stavano deformando e qualcuna si è rotta. Ecco, nel ritornare su abbiamo rischiato qualcosa di veramente pericoloso. Eravamo troppi e le scale terribilmente sottili. Abbiamo avuto tutti molta fortuna
».
La vicenda Calciopoli sta tornando dattualità, che idea ti sei fatto?
«Ho seguito tutto. E alla fine sono giunto alla conclusione che lo scudetto della Roma è stato veramente pulito. E di questo sono orgoglioso. Ascoltare quelle intercettazioni mi ha fatto schifo. Perché ho pensato a tutti i poveri tifosi illusi che credevano di vedere una partita mentre invece era un gioco di prestigio in mano a dieci persone. Mi auguro che in futuro non avvengano mai più quelle cose. Ma certe volte, ancora oggi, qualche dubbio mi assale di nuovo. E vedere Zeman, uomo coraggioso e di grande talento, un uomo che mi ha riportato allo stadio facendomi divertire, ridotto allesilio, mi fa ancora venire mille dubbi: penso che ancora qualcuno gli voglia far pagare la sua sfrontata verità.
Sei uno zemaniano?
«Tutta la vita. Se fossi un presidente di una squadra lo prenderei al volo e gli chiederei di costruire lui stesso la rosa di giocatori che vuole. Farebbe lui la sua campagna acquisti, non può subentrare ad una squadra già prestabilita. Con lui al timone si vedrebbe una squadra moderna, veloce, atletica. Quelle che vediamo in Europa e poco in Italia».
Se dovessi fare una classifica dei tuoi hobby: musica, cinema (quello degli altri, cioé i film che vedi), moto, auto sportive, buoni dolci, ecc... la Roma in che posizione sarebbe?
«La Roma è a pari merito con la musica. La Roma e la musica sono le mie uniche droghe. Più del cinema ti arrivo a dire. Perché alla fine io vivo da fan e poco da protagonista».
Ti ricordi quando sei diventato tifoso e la prima partita che hai visto allo stadio?
«Sono diventato tifoso della Roma alle elementari, quando il mio compagno di banco mi disegnò sul quaderno lo stemma giallorosso. La prima partita che ho visto è stata a Siena, la città di mio padre. Era un Siena- Rimini. Quel giorno capii cosa significava essere tifoso. Mio padre, uomo autorevole e rigoroso, divenne un gran coatto».
Il 2010 si aprirà con luscita, il 5 gennaio, del tuo nuovo film da attore e regista, Io loro e Lara: dacci una pillola sul film e un paio di motivi per andarlo a vedere.
«E una commedia in cui interpreto il ruolo di un missionario, pieno di dubbi sulla fede, che ritorna dallAfrica per comprendere la nevrosi che oggi vive lintera società. Il ritorno a casa sarà una sorpresa devastante perché vedo che dopo 10 anni di assenza i miei fratelli, mio padre (che si è sposato la sua badante) sono alla deriva totale. Davanti a me cè una gabbia di matti, esauriti aggressivi che si stanno facendo una guerra miserabile. Poi entra in scena Lara (Laura Chiatti) che aggiunge disastri su disastri. Il suo è un personaggio misterioso e conturbante che mette a dura prova il mio personaggio di prete. E un film pieno zeppo di colpi di scena e sorprese molto divertenti. Ma con un finale molto, molto, importante. Perché è un bel messaggio che mando al pubblico. Un sogno che tutti noi vorremmo veder realizzare. Andate a vederlo e capirete a cosa alludo... E stato il miglior cast che abbia mai avuto, Anna Bonaiuto, Angela Finocchiaro, Marco Giallini, Sergio Fiorentini e la brava e bella Laura Chiatti. E un film del quale andrò sempre fiero. Perché lho realizzato sinceramente, ed era quello che volevo fare ora».
E ora un tuo augurio di Natale al 'Romanista'.
«Vi auguro di essere sempre una delle costole della nostra fede giallorossa. E per il nuovo anno vi auguro di poter sempre fare grandi titoli per una squadra che farà grandi cose in campo».
Personalmente ai lettori?
«Siete troppo forti! Perché siete Romanisti. Buon Natale cari tifosi unici».
A proposito, tu sei un nostro lettore vero?
«Sì, assiduo».
Cosa ti piace di più del giornale e cosa meno?
«Mi piace una cosa: il grande entusiasmo che avete per la nostra squadra! Basta e avanza».