A proposito di debutti

19/12/2009 alle 11:47.

IL ROMANISTA (F. STINCHELLI) - Cerci, Scardina e Pettinari: tre ragazzini in giallorosso che hanno fatto ier l’altro la storia nel gelo di Sofia. Si dirà: una storia bulgara... D’accordo, ma sempre storia è, che importa la location? Sta di fatto che i tre virgulti della cantera capitolina, per nulla intimiditi dalla vicinanza di De Rossi, Burdisso e Riise e Perrotta, hanno fatto bene, anzi, benissimo.

dirla tutta, nessuna, specie in quelle coppe europee con cui la Lupa ha preso confidenza solo negli ultimissimi decenni.



Se ci affrettiamo a rientrare nei patri lidi, be’, allora qualche ricordo di bimbo prodigio abbracciato dai grandi comincia ad affiorare. Il primo nome che mi viene in mente è roba di trent’anni fa, o giù di lì: Guido Ugolotti. Fu per lui una decisione dell’ultimo minuto, dato che s’aspettò fino alla mezzanotte del sabato la firma di Pierino Prati. Firma che non venne, perché il Prati aveva scelto di emigrare, mi sembra, verso Pisa. E, allora, dentro Ugolotti contro il Torino. E che ti fa il Guidone fresco di Primavera? Segna un gol, quello di un’insperata vittoria. Liedholm la ricordava spesso, e anche Giorgio Perinetti, indimenticabile padrino di moltissimi talenti giallorossi.



Tra questi, ecco spuntare, smagliante, il Principe, tanto bravo da farmi litigare con Perinetti, ch’io chiamavo

‘Il Cardinale’. Lui diceva che Peppe era un fenomeno (e aveva in assoluto ragione!); io, capa tosta, dicevo: sì, però, in campo è molle, non ha grinta…Tra una baruffa amichevole e l’altra, viene, a Cesena, il debutto in prima squadra del Principe. Al che il Cardinale mi fa:”Oggi ti fa vedere i sorci verdi”. Furono verdissimi, tanto che io, biecamente, gongolai quando il giovinetto mancò clamorosamente un passaggio a Falcao. Fu quello, per una bizzarria cinica della sorte, il disastroso debutto di un calciatore poi rivelatosi uno dei più grandi della storia romanista.



Ed ecco, a seguire, che mi lampeggia nelle stanche meningi Casaroli, un talento germogliato tra Monte Sacro e i  Prati Fiscali. Casaroli faceva Valter di nome e si raccomandava:” Valter, capìto, con la vu semplice, non con la doppia!”. Valter, dunque, partì in tromba all’esordio col Cagliari, a Cagliari, e fece un gran gol. Impavido, si ripeté in casa col Cesena e, se non sbaglio, ci ariocò pure alla terza. Restammo tutti a bocca aperta. Un giornalista sentenziò:”Questo è meglio di Pruzzo”. Sbagliava ovviamente, ma il debutto di Casaroli resta indimenticabile per noi devoti.



In materia di previsioni e dispute giornalistiche, mi viene di rievocare la contesa (insensata) tra i sostenitori di Bruno Conti e quelli che stravedevano per Paolo Baldieri. Baldieri era appena rientrato dall’esilio di Pisa e

per la prima di campionato, Roma-Como, subito si scatena la bagarre: Bruno o Paolo? Paolo o Bruno? Il tormentone durò un paio di settimane, poi, al dunque, che ti fa Eriksson? Lascia Conti e Baldieri in panchina e opta per Stefano Impallomeni, attualmente bravissimo reporter di Sky.



Certo, poi, se insisto a sfruculiare il mio retrobottega mentale, spuntano Rocca, Di Bartolomei e, immancabile, . Ma nessuno di questi pur grandissimi, ch’io rammenti, ebbe esordi folgoranti pari a quelli testè esibiti da Cerci e compagni. Comunque, è indiscutibile che il vivaio lupino è sempre stato prodigo di genietti in erba. Che hanno fatto bene in casa e, soprattutto, in partibus infidelium. Ma io, confesso, non mi straccio le vesti al pensiero dei ragazzini nostri che vanno a cercare gloria lungi dal Colosseo. Penso ora a Galloppa, dietro al quale tutte le prèfiche nostrane versano torrenti di lacrime. Ma, ditemi, quando (e quanto) avrebbe giocato Galoppa, in questa Roma? Ogni po’, forse, una mezz’oretta. Non è la via più breve, in questo mondo frenetico e rapinoso, per toccare il meritato successo.



E penso allora anche al Cerci, dopo la gloria di Sofia. Già sento dire: due gol fantastici, ma per tutta la partita aveva fatto pochino. Povero Ranieri, non vorrei essere nei suoi panni. Quando gli tornano in squadra i big, che fa? Si pone il problema Cerci? Qui, ragionevolmente, si rischia, spentosi il fulgore di Sofia, di vedere Alessio tornare ad aspettare, aspettare la sua mezz’oretta. Alle corte, se qualcuno che lo conosce e può impiegarlo a tempo pieno, ora con insistenza lo chiede, ma diamoglielo. Per il bene della patria-cassa e del ragazzo. Tanto, fuor da ogni illusione, se i ragazzini ci fanno per una volta felici, non è che affidandosi escusivamente a loro la Roma può sperare di tornare in paradiso.