Verso la ripresa delle trattative

05/11/2009 alle 09:10.

CORSPORT - Il titolo della Roma in Borsa è stato sospeso ieri per eccesso di rialzo. E’ sta­to raggiunto un più sedici, con molte azioni passate di mano. Evidentemente gli investitori sembrano voler scommettere sul braccio di ferro attualmente in corso tra Italpetro­li e Unicre­dit.



L’accele­rata deriva dal pignora­mento di al­cuni asset e soprattutto dall’uscita dal Cda di Italpetroli dell’avvocato Cappelli, in rappresentanza del gruppo bancario. Tale mossa può essere letta in due modi. Maggior mano li­bera per Unicredit, oppure la scelta di passare a una politica meno aggressiva e accettare quindi l’arbitrato. Le parti in causa si sono af­fidate ai professori Gambi­no (Italpetroli) e Carbonet­ti (Unicredit) per trovare un accordo. I primi incontri av­verranno la prossima setti­mana.



E’ un momento delicato per la famiglia Sensi, che ha annunciato attraverso una nota diffusa dalla Adn Kro­nos, l’agenzia di Pippo Mar­ra, consigliere della Roma, la sua contraffensiva. Se­condo la nota, la controver­sia tra Unicredit e Italpetro­li «sarà devoluta ad un col­legio arbitrale, dove per Italpetroli è stato nominato quale arbitro il professor Romano Vaccarella». Sem­pre secondo le fonti vicine alla holding della famiglia Sensi, l’AdnKronos appren­de che «Italpetroli dimostre­rà presto che i pignoramen­ti dei due alberghi sono frut­to di un’azione tanto illegit­tima quanto abusiva » . Si nota infine che «l’avvocato Cappelli aveva fatto perve­nire le sue dimissioni dalla carica di consigliere di Ital­petroli, permettendo così la riapertura di un proficuo ta­volo di trat­tativa profes­sionale, mi­rante al rag­giungimento di una effetti­va concilia­zione del contenzio­so ».



La ripresa delle trattative ricomincia daccapo e nel contenzioso si riparte “ver­gini”. In questa fase en­trambe le parti si sono affi­date a due grandi esperti di arbitrati. Anche gli arbitri che saranno nominati, come Vaccarella, sono professori universitari. In questa vi­cenda ognuno fa la sua par­te, come l’avvocato Elio Lu­dini, grande esperto di re­cupero crediti già ai tempi di Banca di Roma. L’azione di Unicredit, di richiedere i decreti ingiuntivi volti al pi­gnoramento dei beni, serve a forzare la mano, non a ri­solvere il problema del rientro dei 400 milioni di cui Italpetroli è debitrice.



In questo scenario la fir­ma del contratto di slitterà a metà mese e gli in­contri per il nuovo stadio proseguono tra molti osta­coli, considerato che alla Camera la legge per gli sta­di cambierà profondamente per evitare che gli impianti siano collegati a centinaia di migliaia di metri cubi di edilizia residenziale.