Trent’anni di Roma danno il commosso addio a Flora Viola

13/11/2009 alle 09:29.

CORSPORT - La Roma di ieri. La Roma di oggi. Ma soprattutto un’emozione ge­nerale, unica, vera, ieri, nella chiesa di San Bellarmino, piazza Ungheria, per l’ultimo saluto a Donna Flora Vio­la, una signora di stile ed eleganza che rimarrà nel cuore di tutti i roma­nisti e non solo. La Roma di ieri era rappresentata dalle lacrime di Sebino Nela, da Stefano Desideri, Zibi Bo­niek, la moglie di Franco Tancredi, Daniela, impossibilitato a essere pre­sente dagli impegni dell’Inghilterra, dal dottor Ernesto Alicicco, l’ex Gior­gio Perinetti oggi ds del Bari, dal pro­fessor Gaetano Colucci, il preparato­re atletico di quella Roma degli anni ottanta che, di fatto, cambiò il ruolo..

La Roma di oggi era presente con più di qualcuno che è stato pure del­la Roma di ieri, Bruno Conti, Tonino Tempestilli, lo straordinario Giorgio Rossi, arrivati tutti insieme con un pullmino scortato dalla polizia, dal quale sono scesi anche il capitano Francesco , Matteo Brighi e An­tunes, Vito Scala e lo stendardo del club romanista portato da due ragaz­zi delle giovanili. E poi il presidente dottoressa Rosella Sensi, la signora Maria, il vicepresidente generale Ci­ro Di Martino, ma anche il presiden­te della Lega calcio Antonio Matarre­se, il procuratore Dario Canovi.



C’era, inevitabilmente, anche la Ro­ma dei tifosi, da quelli che non hanno bisogno di presentazioni come Anto­nello Venditti o Enrico Vanzina, a quelli che ancora oggi sono sempre lì, in , a tifare per la Roma, come continua a fare la famiglia Vio­la, i tre figli di Donna Flora, Ettore, Riccardo, Federica, la nipote Francesca con un pancione che ormai è agli sgoccioli, ancora auguri, in prima fi­la a ricordare una signora che ha rap­presentato una parte importante nel­la storia della società giallorossa, pri­ma come moglie inseparabile dell’in­gegnere Dino Viola, poi come prima presidentessa del nostro calcio, sem­pre con quel sorriso che era il miglior modo possibile per sdrammatizzare anche le situazioni più tese. E sem­pre con quell’anima romanista che è stato e continua a essere il marchio inconfondibile di tutta la famiglia Viola.