CORSPORT (G. D'UBALDO) - I suoi ventidue anni li vive con orgoglio. Senza eccessi. Antonio Candreva ha faticato per arrivare fin qui, a far parte della Nazionale campione del mondo. Non gira in Ferrari e non ha cattive abitudini. Non si riconosce nellidentikit fatto dei giovani da Mourinho. «Io non ho stravizi e i ragazzi che conosco sono come me. E poi non tutti siamo uguali. Avere venti anni non pesa» . La sua storia comincia grosso modo qui, alla Borghesiana, quartier generale della Lodigiani, da dove Candreva è partito: «Non mi aspettavo questa convocazione, è piovuta dal cielo » . Prima dora il suo azzurro era quello dellUnder 21. «Ero andato alle OlimpiadI da riserva, poi linfortunio di Rocchi ..
MODELLO - Il percorso della sua carriera è stato tortuoso, schivando dossi e curve a gomito è riuscito ad arrivare in azzurro: «Sono nato a Tor de Cenci, a pochi chilometri da Trigoria. Sono romano e romanista da sempre. Sono cresciuto nel mito di Totti, come tutti i ragazzi che giocano al calcio e che hanno il giallorosso nel dna. Non ho un giocatore che prendo ad esempio, ma quello che mi piace di più è De Rossi. Approfitto per mandargli il mio in bocca al lupo per linfortunio. Mi avrebbe fatto piacere trovarlo qui, è il mio giocatore preferito. La sua è una delle maglie che custodisco più gelosamente in bacheca. Daniele lo conosco, Totti no, ma lui resta un grande campione. Anche se gioco nel suo ruolo originario, nessun accostamento, per carità, io devo fare la mia strada » .
E a Livorno di passaggio, ma vuole lasciare il segno. E in prestito con riscatto e controriscatto in favore dellUdinese, il suo destino è nelle mani del club friulano. A Udine non trovava spazio, Marino non lo vedeva: « Ma no, forse non ero
pronto » . Vietato schizzare veleno sulla sua favola: «Torno a casa. Sono romano, ho cominciato proprio qui, alla Lodigiani. Da qui sono partiti tanti ragazzi di talento » . Un percorso tutto di corsa, tra dossi e buche: «A otto anni ero alla Lodigiani, a quindici alla Ternana, a diciannove allUdinese. Da un anno e mezzo sono a Livorno. Qualche settimana fa ho vinto allOlimpico contro la Roma. Magari con un pizzico di fortuna, ma è stata una vittoria pesante» .Si racconta con modestia: «Il mio ruolo è trequartista, ma quando non cè Mozart nel Livorno gioco anche davanti alla difesa » .
Lippi gli grande opportunità negli ultimi esperimenti prima del Mondiale:
«Spero di dare il massimo, ma al Mondiale non ci penso. Non so se sono qui per un esperimento in vista del Sudafrica o se è un premio. Se dovessi scegliere preferirei la salvezza del Livorno. E difficile, ma ce la metteremo tutta. Il nuovo allenatore ha dato tanto in poco più di un mese, abbiamo vinto le prime due partite, abbiamo trovato convinzione ».
FUTURO - La sua strada non si è mai intrecciata con quella della Roma, che un paio di anni fa provò a prenderlo e lo considera ancora oggi un ragazzo interessante: «Sono tifoso della Roma ma ora penso al Livorno, a fine stagione vedremo cosa succederà. Se cè stato un interessamento della Roma non lo so. Fa piacere, non lo nascondo, ma ora conta solo fare bene per la mia squadra. Nessun rimpianto se finora non ho avuto una chance, mi dispiace, ma è andata come doveva andare » . Il padre Marcello è pensionato, la madre Antonietta lavora in una scuola. Sono pronti a mettersi in viaggio per Pescara o Cesena. Lo stesso farà la fidanzata Valentina. E di Terni e convive con Antonio a Tirrenia. Candreva sente che sta per scrivere un capitolo importante della sua bella favola.