«Tifo Roma, De Rossi il mio idolo»

11/11/2009 alle 09:34.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - I suoi ventidue anni li vive con orgoglio. Senza eccessi. Antonio Candre­va ha faticato per arrivare fin qui, a far parte della Nazionale campione del mon­do. Non gira in Ferrari e non ha cattive abitudini. Non si riconosce nell’identikit fatto dei giovani da Mourinho. «Io non ho stravizi e i ragazzi che conosco sono co­me me. E poi non tutti siamo uguali. Ave­re venti anni non pesa» . La sua storia co­mincia grosso modo qui, alla Borghesia­na, quartier generale della Lodigiani, da dove Candreva è partito: «Non mi aspet­tavo questa convocazione, è piovuta dal cielo » . Prima d’ora il suo azzurro era quello dell’Under 21. «Ero andato alle OlimpiadI da riserva, poi l’infortunio di Rocchi ..



MODELLO
- Il percorso del­la sua carriera è stato tor­tuoso, schivando dossi e curve a gomito è riuscito ad arrivare in azzurro: «So­no nato a Tor de’ Cenci, a pochi chilometri da Trigo­ria. Sono romano e romani­sta da sempre. Sono cre­sciuto nel mito di , co­me tutti i ragazzi che gio­cano al calcio e che hanno il giallorosso nel dna. Non ho un giocatore che prendo ad esempio, ma quello che mi piace di più è . Approfitto per mandargli il mio in bocca al lupo per l’infortunio. Mi avrebbe fatto piacere trovarlo qui, è il mio giocatore preferito. La sua è una del­le maglie che custodisco più gelosamen­te in bacheca. Daniele lo conosco, no, ma lui resta un grande campione. An­che se gioco nel suo ruolo originario, nes­sun accostamento, per carità, io devo fa­re la mia strada » .

E’ a Livorno di passaggio, ma vuole la­sciare il segno. E’ in prestito con riscat­to e controriscatto in favore dell’Udinese, il suo destino è nelle mani del club friu­lano. A Udine non trovava spazio, Mari­no non lo vedeva: « Ma no, forse non ero

pronto » . Vietato schizzare veleno sulla sua favola: «Torno a casa. Sono romano, ho cominciato proprio qui, alla Lodigia­ni. Da qui sono partiti tanti ragazzi di ta­lento » . Un percorso tutto di corsa, tra dossi e buche: «A otto anni ero alla Lodi­giani, a quindici alla Ternana, a dician­nove all’Udinese. Da un anno e mezzo so­no a Livorno. Qualche settimana fa ho vinto all’Olimpico contro la Roma. Ma­gari con un pizzico di fortuna, ma è sta­ta una vittoria pesante» .Si racconta con modestia: «Il mio ruolo è trequartista, ma quando non c’è Mozart nel Livorno gioco anche davanti alla difesa » .

Lippi gli grande opportunità negli ulti­mi esperimenti prima del Mondiale:

«Spero di dare il massimo, ma al Mondiale non ci pen­so. Non so se sono qui per un esperimento in vista del Sudafrica o se è un premio. Se dovessi scegliere prefe­rirei la salvezza del Livor­no. E’ difficile, ma ce la metteremo tutta. Il nuovo allenatore ha dato tanto in poco più di un mese, abbia­mo vinto le prime due par­tite, abbiamo trovato con­vinzione ».



FUTURO - La sua strada non si è mai intrecciata con quella della Roma, che un paio di anni fa provò a prenderlo e lo considera ancora oggi un ragazzo interessante: «So­no tifoso della Roma ma ora penso al Li­vorno, a fine stagione vedremo cosa suc­cederà. Se c’è stato un interessamento della Roma non lo so. Fa piacere, non lo nascondo, ma ora conta solo fare bene per la mia squadra. Nessun rimpianto se finora non ho avuto una chance, mi di­spiace, ma è andata come doveva anda­re » . Il padre Marcello è pensionato, la madre Antonietta lavora in una scuola. Sono pronti a mettersi in viaggio per Pe­scara o Cesena. Lo stesso farà la fidanza­ta Valentina. E’ di Terni e convive con Antonio a Tirrenia. Candreva sente che sta per scrivere un capitolo importante della sua bella favola.