CORSPORT - Daniele De Rossi è arrivato intorno alle due di ieri pomeriggio nel punto vendita Adidas di Via del Corso, in pieno centro. Loccasione è stata la presentazione della nuova scarpa (la Predator X) che Daniele indosserà da stasera in avanti. E quando è arrivato il momento di rispondere alle domande, Daniele ha parlato più o meno di tutto. Nazionale, Cassano, Spalletti, Roma: a cuore aperto, come al solito. Così che non si possa mai dubitare - e chi lo ha mai fatto? - che ciò che dice è quello che pensa, che sente davvero. Non è soddisfatto, non può esserlo. Il momento della Roma «è delicato» riconosce, e « la Roma è la mia ..
De Rossi: Roma, adesso aiutaci!
«Non nascondo che i problemi ci sono, ma non è piacevole essere fischiati. Questa squadra deve puntare al quarto posto: io ci credo»
Il presidente della Sampdoria Garrone ha detto, e poi smentito, che dietro la non convocazione di Cassano in Nazionale cè una brutta storia con il Ct Lippi. De Rossi la conosce?
«No, non ne so davvero nulla di brutte storie tra Cassano e Lippi. Penso che Garrone sia stato male interpretato o che abbia ingrandito la vicenda perché vorrebbe che Antonio fosse convocato ».
Ma De Rossi è daccordo con lesclusione di Cassano?
«Antonio sta facendo grandi cose. Credo però che sia giusto che Lippi faccia le sue valutazioni, io non devo dirgli nulla. Non dimentichiamo poi che in Nazionale ci sono tanti altri bravi giocatori, anche se magari non spettacolari come Cassano».
Secondo lei cè qualche motivo non tecnico?
«Non lo so, potete chiederlo a Lippi. Anzi: vi conviene non chiedergli più niente, altrimenti si arrabbia come laltra volta...».
A proposito del Ct, vedrebbe bene Spalletti in quel ruolo?
«Lo avevo già detto e lo ripeto: Spalletti sarebbe tra i più adatti perchè unisce una mentalità giovane, che gli garantisce un buon rapporto con i calciatori, a ottime idee di gioco. Il tecnico per ora si chiama Lippi, e ci ha fatto vincere lultimo Mondiale. Ora sembra già sicuro che vada via, ma noi giocatori non ne sappiamo ancora nulla».
LItalia accetterebbe un ritorno di Totti qualora cambiasse idea?
«Penso proprio di sì, in azzurro Francesco cè stato dieci anni, non ha mai avuto problemi. E poi il rapporto è ottimo con tutti, frutto di tante avventure ed emozioni vissute insieme. Lui è un ragazzo splendido».
Veniamo alla Roma. Domenica ci sarà lInter a Milano. Paura che possa andare come con il Milan?
«Forse alla luce dei tanti episodi successi, soprattutto durante la stagione in cui arrivammo secondi dietro lInter, con qualche compagno avevamo commentato che a Milano è sempre la stessa storia. Ma tra Milan e Inter è tutta unaltra cosa, anche se può fare effetto visto che lo stadio è lo stesso».
Il vostro è un momento delicato. Ne risente il rapporto con i tifosi. Che cosa si sente di dire De Rossi al pubblico della Roma?
«Il momento non è sicuramente facile, ma non è la prima volta che ci allontaniamo dai tifosi. Adesso servono i risultati, è lunica cosa che può far tornare l'entusiasmo. Non nascondo che i problemi ci sono, però la contestazione alla società c'era già da prima del campionato. La linea di confine tra il campo e le vicissitudini societarie è sottile. Il discorso del club però a noi giocatori non deve interessare perchè si può trasformare in un alibi pericoloso».
LOlimpico può diventare un campo ostile...
«Non abbiamo paura. Certo, è un peccato essere fischiati, è spiacevole. Nessuno è contento, ma i miei compagni col Bologna hanno avuto un atteggiamento maturo, non ho visto gesti di stizza. Sono fiero della loro reazione. Certo che ora servirebbe il sostegno da parte del pubblico».
Da Spalletti a Ranieri. Che fine ha fatto la Roma che dava spettacolo?
«Di spettacolo non si parlava neanche il primo anno di Spalletti, alla vigilia della striscia di undici vittorie. Eravamo chiusi a Trigoria anche allora. Non mi va però di parlare di differenze tra i due tecnici, non mi sembra giusto. Spalletti è un pezzo di storia della Roma, ora cè Ranieri: miglioreremo con lui».
E come?
«La squadra cè, la rosa continua a essere valida. Io vedo un gruppo che si sta impegnando per tornare ad alti livelli, stiamo dando tutto. Secondo me la Roma deve puntare al quarto posto, io ci credo. Sarebbe un bel traguardo, sia per la squadra che per il club».
A proposito di club. La gestione Sensi come è vista dalla squadra?
«La famiglia Sensi ha fatto grandissime cose per la Roma. Io poi sono stato preso a dodici anni e sono stato portato a quello che sono oggi da loro, ci vogliamo bene. Ora è un momento di difficoltà, nessuno lo ha mai negato. Però per il bene della Roma si va avanti, tutti insieme. Certo che se venisse qualcuno in grado di comprare Messi e Ibrahimovic ne saremmo felici tutti, i campioni li vorrebbe chiunque. Intanto però dobbiamo ricominciare a pedalare».
Ranieri ha detto che non può far riposare nessuno. De Rossi sente il bisogno di fermarsi?
«Il mio momento è simile a quello della squadra. Non faccio la differenza, ma non sono nemmeno la zavorra. Ho sempre giocato tante partite. L'allenatore mi vuole proteggere dalle critiche. E un periodo poco brillante. Ma non sono mai stato il fenomeno che da solo fa vincere le partite».
LEuropa League può essere un peso?
«Assolutamente no. La Roma non ha mai vinto la Coppa Uefa, ci teniamo».
Lo scudetto è già dellInter?
«E la squadra più forte, ma il discorso per lo scudetto secondo me non è chiuso. Può succedere ancora di tutto ».
In passato si è parlato di un interesse del Real Madrid per lei...
«Il Real è il top. Ma chi è di Roma conosce altre realtà, altre leggi. Non mi lego alla mia città o alla mia società in base agli acquisti o ai risultati. Sono tifoso della Roma da sempre, io sto bene qui».