Sensi-Unicredit, gelo da guerra fredda

24/11/2009 alle 08:38.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Probabilmente il sindaco aveva altre aspettative per l’incontro di ieri pomeriggio, e invece la fumata non solo è stata nera, nel senso che non c’è stato nessun accordo, ma le parti sono ancora più distanti rispetto a prima. Alemanno era riuscito a mettere seduti intorno a un tavolo Italpetroli, rappresentata dalla dottoressa Rosella Sensi e dal suo consigliere Pippo Marra, e Unicredit, l’istituto di credito che vanta oltre 300 milioni di crediti nei confronti della holding della famiglia Sensi, rappresentata dal Deputy Ceo Paolo Fiorentino, in pratica il numero due di Profumo.

Alemanno era riuscito a mettere seduti intorno a un tavolo Italpetroli, rappresentata dalla dottoressa Rosella Sensi e dal suo consigliere Pippo Marra, e Unicredit, l’istituto di credito che vanta oltre 300 milioni di crediti nei confronti della holding della famiglia Sensi, rappresentata dal Deputy Paolo Fiorentino, in pratica il numero due di Profumo.



A sorpresa ha partecipato alla tavola rotonda anche Mediobanca, in qualità di consulente di Italpetroli, nella

persona del
Maurizio Cereda. E sarebbe stata proprio la presenza di Mediobanca ad indispettire Unicredit, che ha interpretato questa presenza

come una scarsa disponibilità alla trattativa. Se il sindaco Alemanno aveva intenzione di mediare tra Unicredit e la Sensi, allora si può tranquillamente dire che il suo intento è fallito, se invece voleva rendersi conto fino in fondo di come sono i rapporti tra le parti, si può dire che è riuscito.

Nel senso che ora anche Alemanno sa che difficilmente la questione si potrà risolvere, se non davanti a un giudice. «Ho avuto - la nota diffusa dal sindaco - un interessante ed importante incontro con la Dott.ssa Sensi, in rappresentanza dell’As Roma, e il Dott. Cereda e il Dott. Fiorentino, in rappresentanza rispettivamente di Mediobanca ed Unicredit, che mi ha permesso di comprendere le diverse posizioni. Ho invitato tutti i partecipanti a cercare un’intesa che garantisca a tutta la à il futuro di un importante bene simbolico e sportivo come l’As Roma».

Comprendere le diverse posizioni, dunque, comprese quelle della Sensi, particolarmente battagliera durante l’incontro nel quale avrebbe ribadito come Italpetroli sia pronta a portare avanti la citazione per danni dopo le richieste di decreti ingiuntivi da parte di Unicredit. La Sensi avrebbe anche rilanciato sulla costruzione dello stadio.



FACCE SCURE Con queste premesse, come detto, difficilmente si potrà arrivare ad un accordo. Lo si poteva

capire anche guardando in faccia Paolo Fiorentino all’uscita dal Campidoglio, ma le sue parole lo hanno confermato. «È stato un incontro informale, speriamo ci consenta di lavorare meglio in futuro. Abbiamo

rappresentato la situazione al sindaco che ha dimostrato disponibilità e che è molto attento alla situazione». Nessun riferimento a possibilità di accordo con la Sensi, che non è stata mai nemmeno nominata.



LA POSIZIONE DI ITALPETROLI La dottoressa Sensi invece non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione. E’ uscita da una porta secondaria insieme a Pippo Marra ed il suo autista è andato via sgommando senza fermarsi davanti ai tanti giornalisti presenti. Solo dopo una richiesta precisa della Consob, la Italpetroli ha diramato un comunicato in cui si dice che «ha avuto luogo un incontro informale ed interlocutorio tra i propri rappresentanti e Mediobanca, in qualità di consulente, e quelli di UniCredit Group, nell’ambito del quale gli stessi hanno rappresentato le rispettive posizioni, in merito alla situazione attuale. Compagnia Italpetroli ribadisce che agirà come sempre anche nell’interesse della propria controllata A.s. Roma».



MURO CONTRO MURO Il muro contro muro prosegue, insomma. Secondo quanto ricostruito da Mf-Dow Jones Unicredit avrebbe contestato sia al Collegio dei sindaci che alla società di revisione Pricewaterhousecoopers il via libera al bilancio 2008 di Italpetroli. La Price aveva certificato il bilancio in considerazione dell’indicazione degli amministratori di Italpetroli, nella loro relazione, di una accelerazione immediata del piano di dismissioni di asset e dell’esistenza di un accordo di riscadenzamento del debito con Unicredit. Ma entrambi i punti non si sono realizzati. Sia i sindaci che la società di revisione, nei loro giudizi, secondo Unicredit, non avrebbero tenuto conto del fatto che il patto era venuto meno e per questo è stata inoltrata la richiesta di chiarimenti sulla certificazione del bilancio.