
IL ROMANISTA - Scende in campo Gianni Alemanno. Il sindaco ha convocato Rosella Sensi e gli avvocati di Unicredit che, dopo mesi di muro contro muro, potrebbero tornare a parlarsi. Lincontro era previsto per domani, ma potrebbe avvenire già oggi, probabilmente non in Campidoglio ma in un luogo top-secret. Lamministrazione capitolina segue con apprensione le vicende legate alla società giallorossa e quindi cercherà una mediazione tra le parti in causa. Nelle idee di Alemanno cè anche la speranza di poter far sedere al tavolo anche Francesco Angelini, limprenditore farmaceutico che ha pronto un piano ..
Nel frattempo, va registrato un altro colpo sferrato dalla famiglia Sensi, che da qualche giorno ha messo in atto la sua controffensiva nella battaglia legale con Unicredit. LAdnKronos sabato scorso ha infatti riportato la notizia secondo la quale Italpetroli sarebbe pronta a citare per danni Unicredit. La questione è sempre quella legata ai pignoramenti di 13 asset del gruppo, sui quali però il tribunale si è dichiarato incompetente. «La richiesta allAutorità Giudiziaria di decreti ingiuntivi nella consapevolezza della loro inammissibilità costituisce abuso nellesercizio dei propri diritti e legittima Italpetroli al risarcimento di tutti i danni subiti» ha spiegato proprio allAdnKronos di Pippo Marra unanonima fonte legale di Italpetroli, aggiungendo che «le richieste abusive di decreti ingiuntivi sono state accompagnate da unaccorta fuga di notizie sulla stampa, tutte favorevoli alle tesi di Unicredit, che ha aggravato il danno gettando il panico nei soci della AS Roma, società quotata in borsa, e allarmando il mercato. È stato dato quindi mandato ai legali di notificare citazione dinanzi al Tribunale di Roma per i danni subiti, mentre nellarbitrato, adito da Italpetroli, è stato nominato arbitro il prof. Romano Vaccarella. In base agli accordi con Unicredit i debiti di Italpetroli non sono esigibili. Ogni richiesta attuale è quindi infondata. Tutte le richieste di Unicredit di decreti ingiuntivi sono state rigettate, in quanto la contestazione del recesso fatta da Italpetroli è sottoposta a giudizio arbitrale con conseguente incompetenza del Tribunale. Unicredit ha motivato le richieste di decreti ingiuntivi con il recesso dal contratto, illegittimo perchè fondato su un pretesto: il ritardo di due mesi nella consegna a Unicredit della situazione patrimoniale di gruppo, avvenuta il 30 giugno 2009 come da accordi in attesa del bilancio consolidato di gruppo approvato in pari data».