Rosella Sensi: "C’è un linciaggio contro la Roma: noi non stiamo fallendo"

20/11/2009 alle 10:02.

CORSPORT (G. D'UBLADO) - Rosella Sensi passa al contrat­tacco. Le notizie uscite ieri sul Messag­gero, riguardanti una nuova azione di Unicredit, che ha citato Italpetroli in tri­bunale per ottenere la nullità o l’annul­lamento del bilancio 2008 della holding della famiglia Sensi (che potrebbe por­tare alla cessione di tutti gli asset, com­presa la Roma), hanno portato a una pronta reazione.

Il presidente, affiancato dalla sorella Silvia e assistita dai suoi collaboratori, è durissima: «Non si può far passare per sentenza una citazione di tribunale. La cosa che più mi ha seccato è questa. Noi presenteremo appello, tenendo presente che stiamo subendo un linciaggio me­diatico non giustificabile nei confronti del gruppo, della famiglia e dell’A.S.Ro­ma ».



LINCIAGGIO - Affiancata dal consulente esterno Enrico Bendoni, la dottoressa Sensi continua: «Questo linciaggio me­diatico ha creato un convincimento nel­la gente che questo sia un gruppo in de­fault, con un monte di debiti insoddisfat­ti, ma tutto questo è falso. Mi risulta che almeno la metà dei decreti ingiuntivi presentati dalla banca siano stati riget­tati. Se dovesse essere così anche per l’altra metà, quanti danni ci sono stati creati? Quanti? Non lo so».

Accende una sigaretta, prende fiato, riparte: «Devo chiedere i danni a chi li ha causati. Con i nostri legali valutere­mo tutto e agiremo. Non conosco i tem­pi entro i quali il tribunale si pronunce­rà. Ma Italpetroli non è sull’orlo del fal­limento, è ingiustificato l’atto di impu­gnare il bilancio».

La situazione è delicata, il debito è pressante, ma la famiglia Sensi ritiene di poterne venire fuori. Il presidente della Roma prosegue: «Ho diverse famiglie di dipendenti di Italpetroli che erano in crisi. Io li devo tutelare e lo stesso devo fare con i calciatori. Per questo domani (oggi, n.d.r.) andrò a Trigoria a parlare all’allenatore e alla squadra. Il nostro gruppo ha sempre scelto la strada del riserbo, fino a quando non riceviamo at­tacchi. Adesso c’è un collegio di profes­sionisti che curerà i nostri interessi, an­che nei confronti dei mezzi di comunica­zione, di quelli che ci hanno creato dan­no ».



IL MERCATO - Rosella Sensi vuole tute­lare la squadra e le voci che si rincorro­no sul futuro non aiutano la Roma: «Non dico che la Roma è il nostro asset più prezioso, di sicuro è il più noto». La so­rella Silvia aggiunge: «Ho letto sui gior­nali i valori dei nostri asset che a noi non risultano. E anche questo crea gra­vi danni». La più giovane delle sorelle Sensi fa un’altra denuncia: «La ricostru­zione della vicenda Soros è stata parzia­le. Anche questo ci ha danneggiato».

Rosella non ci sta: «Questi attacchi mediatici hanno creato danni anche nel­le operazioni per rinforzare la squadra. Quando andiamo a parlare con un pro­curatore per prendere un calciatore, ci chiede se ci saremo ancora noi alla gui­da della società. A gennaio non avrò la disponibilità per fare grandi stravolgi­menti, ma vorrei riuscire a fare un po’ di mercato e incontriamo grandi difficoltà per questo motivo. Se in estate avessi avuto una disponibilità finanziaria i pro­blemi li avrei superati, ma i danni che ci sono stati fatti li vedo quando vado a cercare un giocatore. La Lega ci dice che il mercato riapre il 1° gennaio, ci muoveremo. Non posso prendere Eto’o, Ibrahimovic o . Se facessi questi nomi, i tifosi avrebbero ragione a gridar­mi bla, bla, bla. La Roma ha dirigenti capaci, giocatori che non sono diventa­ti polli in quindici mesi. La squadra ha avuto la mancanza di risultati, dovuta a diversi motivi, ma indipendenti dalla so­cietà. Dobbiamo trovare le cause, ci stia­mo lavorando».

Con quali soldi la Roma cercherà di operare sul mercato di gennaio? E’ diffi­cile avere risposte, magari la Sensi non vuole scoprire le sue carte: «La Roma ha idee e un forte fatturato».



IL FUTURO - Le voci che da mesi si rin­corrono sul futuro della società potreb­bero favorire qualche imprenditore in­teressato a rilevare la Roma sottocosto. La Sensi non vuole crederci: «Io non at­taccherò la banca, ma mi devo difende­re. Giro con la scorta da sette mesi, da quando è nata mia figlia. Per qualcuno è una colpa anche essere diventata ma­dre. Ribadisco quello che ho detto a set­tembre: se c’è qualcuno che mi offre una cifra seria, con una proposta vera sono disposta a cedere la Roma. Se c’è un grande imprenditore che ama la Roma, non ha bisogno di vederla svilire per fa­re un investimento vantaggioso. Ma ad oggi io non lo vedo, nessuno mi ha detto niente. Certo, mi dà fastidio che qualcu­no che possa essere interessato vada a bussare ad altre porte. Le persone alle quali si devono rivolgere siamo noi. Se vogliono venire a comprare una cosa mia, anche se nel caso della Roma è im­proprio dire questo, perché i tifosi condi­vidono l’amore, dà fastidio se poi si ri­volgono altrove. La Roma per la fami­glia Sensi è al primo posto delle sue at­tività ».

In questo periodo si è detto anche che per mantenere la guida della Roma la famiglia Sensi abbia potuto contare su appoggi politici: «Se li avessi avuti sa­rebbe stato diverso. Dove stanno? Sono andata a parlare con Letta perché era amico di mio padre da tanti anni».



IL DEBITO - Oltre quattrocento milioni di debito, compreso quello con Mps. Ro­sella Sensi ammette: «Il nostro debito lo vogliamo onorare, ma vogliamo essere trattati da persone perbene. Non ho uc­ciso nessuno, non siamo delinquenti. Vo­gliamo essere in condizioni di onorare il debito, il gruppo sta svilup­pando gli asset, anche la Roma si svi­luppa ».

Ritorna a parlare di mercato, con leal­tà: «Lo scorso anno abbiamo speso 30 milioni. Per qualcuno sono stati investi­ti male, per me no. Al funerale di mio padre tutti erano contenti per gli acqui­sti di Baptista e Menez. Ora i giudizi so­no cambiati. Se le scelte erano sbaglia­te, lo erano 15 mesi fa, non oggi».



I TIFOSI - Il rapporto non è facile, Ro­sella Sensi accetta le critiche: «C’è di­spiacere quando non arrivano i risulta­ti, ma Ranieri ha detto una cosa che con­divido: “La Roma non si discute, si ama”. Da piccola andavo allo stadio con mio padre e si tifava anche quando le cose andavano male. Lo so, i tempi so­no cambiati e io non sono Moratti. Però vedo esasperazione ovunque. Io accetto le critiche, le ascolto quando sono co­struttive ».



OMISSIS - Restano dei punti non risol­ti. Degli omissis che il presidente si con­cede. Come quando si parla di un possi­bile ingresso di un partner in società: «Non si può parlare di questo» . E anche su Spalletti non dice tutto quello che vor­rebbe: «Un certo periodo è stato bello. Lo ringrazio sempre per questo. Altro non voglio aggiungere. Io mi prendo tut­te le responsabilità, ma nei confronti della famiglia Sensi bisogna avere la memoria lunga».

Il presidente della Roma ribadisce il ruolo di Mediobanca: «Confermo il ruo­lo di advisor, si tratta di profesisonisti di primario spessore. A me non risulta che stia cercando di trasferire il debito con Unicredit su una banca medio-orienta­le ».

Rosella Sensi e la sorella Silvia infine non provano fastidio quando vengono criticate per gli stipendi che percepisco­no alla Roma: «Non ci dà noia» , hanno risposto decise.