
CORSPORT (P. TORRI) - Dicono che Claudio Ranieri, subito dopo che Ceravolo aveva portato in vantaggio lAtalanta, abbia sussurrato alla panchina, « tranquilli, questa partita si vince » . Dicono che lo abbia ripetuto più volte anche durante lintervallo, cioè pochi minuti dopo che Vucinic con una capocciata che si è sentito il rumore in tribuna aveva pareggiato un primo tempo in cui cera stata più Roma che Atalanta. Dicono che Claudio Ranieri abbia avuto ragione e a fine partita aveva il sorriso di chi te lavevo detto io. Non perché stia scoprendo solo adesso impensate doti sensitive che, magari, in futuro potrebbero tornargli utili. Ma perché nessuno meglio di lui sa che la sua Roma, spesso e pure volentieri, il meglio, o quasi, ..
Quando succede, è quasi una garanzia che a fine partita il risultato sarà positivo. Perché un indizio rimane un indizio, due indizi sono solo due indizi, ma tre indizi costituiscono una prova.
Figurarsi otto. Sì, otto, come le partite che, da quando Ranieri siede sulla panchina giallorossa, la Roma è riuscita a recuperare se non addirittura a ribaltare come, appunto, è successo qui a Bergamo. In sedici gare complessive con il tecnico romano al timone, è un dato molto indicativo, esattamente il cinquanta per cento, otto volte in svantaggio, risultato finale cinque vittorie e tre pareggi, tanta roba insomma. Volendo esagerare, si potrebbe pure sussurrare che Ranieri, dopo la rete del vantaggio bergamasco, abbia dichiarato i nomi di quelli che sarebbero stati i marcatori, prima Vucinic, poi Perrotta, uguale, uguale a un precedente ribaltamento di risultato, allOlimpico contro il Bologna, Adailton che gela la gente romanista, poi il montenegrino e il centrocampista a confezionare i tre punti che, allepoca, garantirono un sospirone di sollievo.
Quasi come quello di ieri, anche se ora le ambizioni sono diventate più ambiziose, visto che con il successo sullAtalanta, questa Roma è salita sino a tre punti dal quarto posto, a sei dalla Juventus (con cui ha perso lo scontro diretto), con un ulteriore dato a favore, quello di aver giocato sin qui otto partite lontano dal proprio stadio a fronte delle sole sei casalinghe che non sarà un numero determinante ma che comunque qualche cosa vuole dire.
Del resto questa tendenza a trasformare la preoccupazione in sorriso, la Roma di Ranieri laveva evidenziata sin dalla prima volta, a Siena, terza giornata di campionato, la classifica dei giallorossi che diceva ancora zero punti, alle spalle laddio di Spalletti, davanti una marea di inquietanti interrogativi. Maccarone fece gol, poi a ripresa inoltrata Mexes realizzò il pareggio, infine, a una manciata di minuti dal novantesimo, un sinistro su punizione di Riise regalò alla Roma tre punti di quelli che non si possono dimenticare.
La tendenza è stata confermata poi nelle due consecutive trasferte siciliane (Palermo e Catania), gol del pareggio nei minuti finali, poi stessa sequenza di ieri con il Napoli e il Bologna allOlimpico. Tendenza che è stata confermata pure in Europa nelle due sfide con il Fulham, pareggio in extremis a Londra, vittoria, probabilmente decisiva per la qualificazione, in casa.
Quasi quasi conviene fare il tifo per una Roma vada in svantaggio. O no? No, a prescindere.