Roma e tridente: ecco come

11/11/2009 alle 09:30.

CORSPORT (P. TORRI) - La provocazione è stata lan­ciata. Una Roma a tre punte, firmato Jeremy Menez. Una provocazione perché proporre un tridente a una squadra che dal tre maggio scorso, Roma-Chievo all’Olimpico, non con­clude una partita di campionato sen­za reti al passivo, può sembrare con giustificabilissimi motivi una mezza follia. Ma se proviamo a vederla dal­la parte opposta, ovvero scegliere l’opzione di provare comunque a rea­lizzare un gol in più di quelli che, fin qui inevitabilmente, ha incassato e continua a incassare, allora può esse­re pure un motivo di discussione, partendo ovviamente dal pre­supposto che gli equi­libri di squadra devo­no venire prima di qualsiasi altra cosa. E non dimenticando neppure come in que­sto campionato, ..



Intanto dissentiamo da Menez. Non tanto sulla provocazione che al contrario ci piace assai, quanto sull’assetto tattico suggerito dal talento francese per ve­dere la Roma in campo con le tre pun­te. Probabilmente influenzato dalla consapevolezza che Ranieri difficil­mente varierà il preferito quattro­quattro- due, la soluzione proposta dall’ex del Monaco è stata quella con centravanti, lui seconda punta, Vucinic esterno sinistro sulla linea dei centrocampisti. Il montenegrino può fare l’esterno nel quattro-due-tre­uno, di certo non nel quattro-quattro­due dove al giocatore di fascia è ri­chiesto un costante e concreto lavoro pure in fase difensiva. Meglio pensa­re a una soluzione alternativa.



Partendo da un’altra realtà a nostro giudizio inconfutabile analizzando la rosa di questa Roma. Dove se c’è abbondanza in un ruolo è quella dei cen­trocampisti centrali, mediani, interni, intermedi, chiamateli come volete voi. Dando per scontata una linea a quattro in difesa, una linea più bloc­, con
Burdisso utilizzato sulla fa­scia per garantire una maggiore soli­dità difensiva, le opzioni possibili sa­rebbero due: l’albero di Natale oppu­re il trequartista alle spalle di due punte, trequartista peraltro che po­trebbe consentire anche scelte più conservative. Nel primo caso, quello dei due trequartisti alle spalle di punto di riferimento offensivo a prescinde­re, potrebbero siste­marsi sia Menez (de­stra) che Vucinic (si­nistra) con l’obbligo però che almeno uno, a turno, meglio anco­ra se entrambi, garan­tiscano i raddoppi sul portatore di palla per cercare di ridimensio­nare quello che è il pericolo maggiore di una squadra schiera­ta con tre punte, cioè quello di trovarsi si­stematicamente in inferiorità numeri­ca nella zona del campo dove da sem­pre si vincono le partite, cioè a centro­campo. Nel secondo caso, l’unico tre­quartista avrebbe sulle spalle un dop­pio compito che rischierebbe di ridi­mensionarlo in fase offensiva.



Ranieri per ora non darà retta a Menez. Ma l’impressione è che il tec­nico nelle prossime settimane possa lavorarci. Anche perché, se ci pensa­te bene, la Roma più talentuosa che si può mettere in campo è quella con Vucinic-Menez-. E il talento spesso se non sempre è quello che nel calcio, e non solo, fa tutta la differen­za del mondo.