GASPORT (G. GREISON) - ROMA «Sì, sì», ha risposto in fretta. «Davanti alla Banca Nazionale del Lavoro», diceva prima di riagganciare il telefono. Sicuro, certo. Solo che quando arriva, si ferma, guarda meglio il numero civico, e legge: Associazione culturale La Botticella. «Ma come?! E la Banca? E il centro carni da Alfonsino? E tutti questi locali?». L'appuntamento per Claudio Ranieri è al Top Five, via di Monte Testaccio, poco prima di cena. «Facevo questa strada due volte al giorno, quando ero piccolo: qui è come se fosse casa mia». Ma, ora, siamo nel 2009, lui è lallenatore della Roma, e i tifosi dellUtr lo aspettano, per festeggiare gli 80 anni di Campo ..
Il grido Non cavalchiamo i ricordi, fermiamoci qui. Perché sono giorni duri: per la città, per la Roma, per la sua gente, per il suo mito. È stato un lungo inizio di campionato, una notte infinita, un guardarsi allo specchio senza riconoscersi. Ranieri è il primo a farlo: «La Roma, la sua storia, la conosco molto bene. Ora è dura, ma dobbiamo stare vicino alla squadra. Adesso è il momento di difendere i calciatori, che in campo danno lanima per arrivare al risultato. Se scendessero in campo scialbi, io sarei il primo a criticarli. Ma li avete visti domenica, si sono dannati per portare a casa i tre punti. Per questo dico ai tifosi: non contestatela, statele vicino. I ragazzi quando escono dal tunnel devono avere il cuore che si scalda con i vostri cori, con le vostre grida. Non devono scendere in campo con lintimidazione. Così gli fate del male. Così non giocheranno mai sciolti. Se i tifosi ci stanno vicini, noi siamo più carichi, e lenergia ci spinge a salire la classifica. Adesso siamo in un punto intermedio: possiamo scivolare giù, o risalire. È un attimo».
La situazione Ranieri, così. Sincero, lucido, commosso. «Vorrei tanto che riuscissimo a fare quel balzo in avanti. Al mercato penseremo a gennaio, io vorrei un centravanti darea di rigore », dice al Corsport . Ma intanto: «Si sono rivisti i sorrisi. Vincere contro il Bologna ha portato il buonumore. Abbiamo lavorato sodo in vista del Fulham. Totti è sulla via della guarigione: sta facendo il massimo per tornare presto. Menez non ha problemi di adduttore né di pubalgia, ha solo caricato troppo su un tiro: io lo stavo sostituendo, e lui mi ha detto di aspettare un attimo, spero di averlo a disposizione. Vucinic lo sto facendo giocare, senza mai averlo fatto allenare, sta dando tutto se stesso, mi piace. Gli altri infortunati? Vediamo se sono recuperabili, oggi non sono usciti sul campo perché volevamo dargli un giorno in più, e hanno lavorato dentro. Non rischierò giocatori che non stanno bene». Intanto, sul palco si festeggia: cè la signora Maria Sensi («che felicità essere qui, e ricordare la Roma del passato: mio marito è ancora tra noi»), cè Giorgio Rossi, Antonio Tempestilli, e tante vecchie glorie, come Amedeo Amadei («stiamo vicini alla squadra, la Roma ha vissuto momenti più drammatici») e Giacomo Losi: «La spinta per risalire la classifica deve partire dalle gambe dei giocatori: non sedetevi sulla sella però». Partendo da Testaccio, in piedi sui pedali, rimontare dopo le cadute. È quello che chiedono tutti.