Passione azzerata, fiducia finita

04/11/2009 alle 10:28.

IL ROMANISTA (S. PETRUCCI) - Roberto Cappelli esce da Italpetroli. L’uomo di Profumo, l’avvocato di Unicredit che siede da un anno nel board della holding di casa Sensi ha rassegnato le dimissioni. Esce dal consiglio che lui per primo ha spesso definito "di famiglia", lasciandosi alle spalle gli interminabili faccia-afaccia consumati con il presidente Rosella, quanto con altri membri del vertice della compagnia controllata dalla banca al 49 per cento. Ieri, è stata rinviata per la seconda volta l’assemblea di Italpetroli che aveva appunto all’ordine del giorno la ..



Più di un osservatore aveva letto nel nuovo rinvio la volontà dei Sensi di non entrare ancora più aspramente in rotta di collisione con Unicredit; anzi, di tentare la strada di una rinegoziazione del pesantissimo debito contratto con l’istituto (300 milioni di euro, più altri 100 dovuti al Montepaschi). L’avvocato Cappelli ha rotto gli indugi, escludendosi da solo dalla contesa: con una raccomandata, ha comunicato ad Italpetroli la propria decisione di abbandonare il Cda. In compenso, rimarrà nel consiglio d’amministrazione della Roma, la sola controllata della holding sensiana ritenuta di reale importanza strategica: da quella posizione, farà di tutto per cercare di recuperare il massimo a vantaggio dell’istituto che rappresenta. La decisione del legale è stata assunta in accordo con Unicredit, che ha da tempo impresso un’evidente accelerazione al tentativo di rientrare finalmente del credito, già oggetto di due piani di rientro sempre disattesi da Italpetroli.



Per alcuni, il passo indietro di Cappelli costituirebbe la prova della nuova possibile intesa tra la banca e i Sensi, vicini alla definizione di un accordo per sedersi al tavolo del giudizio arbitrale (promosso dai proprietari di Italpetroli e della Roma) per contrastare i tredici decreti ingiuntivi richiesti da Unicredit su altrettanti asset del gruppo petrolifero. In realtà, gli scenari sembrano diversi. L’istituto di Piazza Cordusio non si fida più. Anche i recenti sviluppi della vicenda- stadio (un sogno che continua ad allontanarsi) sembrano scoraggiare l’ipotesi di un ulteriore congelamento del debito contratto dai Sensi. L’eventualità di un accrescimento del valore della Roma, e di conseguenza una vistosa crescita delle risorse a disposizione dei suoi proprietari, avrebbero forse convinto la banca ad aspettare. Ma alla luce di quanto sta emergendo anche su quel fronte, Profumo pare deciso a proseguire sulla strada avviata con i decreti ingiuntivi. In questo senso sarebbe totale l’accordo con l’avvocato Cappelli, da sempre promotore di un’azione di pesante pressione nei confronti di Italpetroli, ivi compresa l’eventualità di arrivare al pignoramento della stessa Roma 2000, la società che controlla direttamente il club giallorosso. La banca non vuole più aspettare, anche per la crescente difficoltà a giustificare ai suoi azionisti i tentennamenti mostrati negli ultimi mesi.



E anche le ultime vicende sul pianeta Roma (vedi il bilancio del club chiuso in rosso di quasi 2 milioni di euro, dopo anni di sbandierata "gestione virtuosa") incoraggerebbero Unicredit a dribblare soluzioni che, in concreto, allungherebbero soltanto, a esclusivo vantaggio dei Sensi, i tempi di una storia già infinita. E invece, in un modo o nell’altro, in calce a questa vicenda di interessi - e di passioni ormai azzerate - qualcuno pare deciso a scrivere davvero la parola fine. In un modo o nell’altro.