Ora l’incubo è la quarta lettera

16/11/2009 alle 09:34.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Metti un giorno all’ora di pranzo Giuseppe Pasquale Marra, detto “Pippo”, consigliere d’amministrazione della As Roma, e Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. A Palazzo Chigi, dove il vice di Berlusconi gioca in casa. Un sabato qualunque, un sabato italiano. Per molti ma non per tutti. Sicuramente non per loro. Cosa si saranno detti?

Magari il Presidente Rosella Sensi, che lo scorso 21 luglio era stata ricevuta da Gianni Letta a Palazzo Chigi (e che interrogata sull’argomento ha sempre detto che avevano parlato «di cose private»), stavolta per non destare troppo scalpore ha mandato avanti il suo consigliere più fidato. Quello delle lettere ai tifosi e delle “occhiute rapine”, quello “degli squali travestiti da sirene” e che “sono romanista da 15 anni”. Dopo l’ultima

lettera, eravamo in piena bagarre Fioranelli e la Roma sembrava a un passo dalla vendita, in molti tra i tifosi romanisti si chiedevano dove fosse finito. E quando sarebbe magicamente riapparso. E oggi, che a Fioranelli si è sostituito Francesco Angelini, lui esce di nuovo fuori dal cilindro. Senza lettere, per adesso, ma di persona. Consigliere del CdA dell’As Roma dall’inizio dell’era Sensi, proprietario e direttore della AdnKronos, il suo rapporto con la Roma inizia “una mattina di ottobre di quindici anni fa” (cit. Prima lettera ai tifosi 23 aprile 2008), quando ricevette la chiamata di Franco Sensi ma c’è chi è pronto a giurare (e in giro sul web c’è  qualche foto che lo dimostra) che in realtà sia tifoso della Lazio.

Dopo molti di anni di quasi anonimato calcistico, sale alla ribalta nell’estate del 2007 con la “Lettera a Rosella”. A Roma non si parla di altro che della cessione di Cristian Chivu all’Inter. E’ l’inizio della politica dell’autofinanziamento. Il cavaliere però ha un punto di vista tutto suo e nell’elogio dell’allora ad giallorosso (appena eletta vice presidente di Lega) ha una visione tutta sua dell’argomento. «Grazie a te, cara Rosella, la vicenda s’è conclusa con il minor danno per la Roma ». Passano meno di dodici mesi, è il 23 aprile 2008, a la società è a un passo dall’essere venduta al magnate americano George Soros. Marra riprende la penna in mano e stavolta si rivolge ai “Cari amici”. E’ la lettera degli “occhiuti rapinatori” e dei “corvi e gufi svolazzanti sull’Olimpico” e di “Rosella dea Vesta giallorossa”.

Con Soros non se ne fece più niente, secondo l’avvocato Tacopina per colpa proprio di Pippo Marra. «Per tentare di convincerci – si legge nell’intervista rilasciata dall’avvocato newyorkese e mai smentita a laroma24. it il 15 luglio scorso - a concludere comunque l’affare, anche a fronte di una sostanziosa variazione della richiesta, è stata allora inviata da Pippo Marra un’email a Unicredit da un acquirente arabo che sarebbe stato pronto a sborsare 400 milioni di euro senza nessuna diligence. Soros ovviamente si ritirò e l’offerta naturalmente risultò essere un bluff». Dopo Soros tocca a Fioranelli, e quando l’imprenditore svizzero è anche lui a un passo dall’acquisto della Roma, Marra ritrova l’ispirazione. E’ il 29 aprile 2009 e parte la seconda lettera ai tifosi, la terza in totale, quella degli “squali travestiti da sirene”. Ora c’è Angelini. A quando la quarta lettera?