Okaka: "Ora tocca a me"

16/11/2009 alle 09:07.

CORSPORT (R. BOCCARDELLI) - «Veramente con­tento di essere qui ma non pensate che io sia il salvatore della Patria. Sono l’ultimo arrivato e non so nean­che se giocherò. Quindi mi godo se­renamente la mia prima convoca­zione in Under 21 e se, andrò in campo, darò il massimo per contri­buire a una vittoria che mi sembra assolutamente indispensabile per continuare a sperare». Stefano Okaka, 20 anni

Stefano Okaka, 20 anni, prima chiamata nella U21 in una situazione de­licata, mette in cam­po la sua tranquilli­tà. Chiamato a sosti­tuire lo squalificato Balotelli e convinto forse che una convo­cazione l’avrebbe meritata prima, a prescindere da infortuni e squalifi­che.

«Dopo l’europeo Under 19 e l’Un­der 20 non posso negare che a que­sta maglia ci pensavo e ci tenevo, ho aspettato il mio turno e adesso che è arrivato cerco di sfruttare l’occasio­ne » .

Chiamata che arriva anche grazie alle buone prestazioni che ha fatto con la maglia della Roma, soprattut­to in Europa League dove ha segna­to tre gol, l’ultimo, pesantissimo, contro il Fulham.

«E’ chiaro che giocare in maglia giallorossa mi aiuta anche in funzio­ne azzurra. Credo di essere in un buon momento, Ranieri mi vede ab­bastanza e io cerco di farmi trovare pronto».

Come a Milano contro l’Inter do­ve Okaka non ha certo sfigurato al cospetto di un altro giovane talento come Balotelli e soprattutto ha do­vuto fare i conti in attacco con gen­te come Samuel e Lucio, duri come il granito.

«A Milano mi sembra di aver fat­to la mia parte contro la miglior di­fesa d’Italia. Quanto a sportellate credo che in un paio di occasioni an­che il “muro” Samuel sia franato in terra. Insomma, sotto questo profilo non sono certo io a dovermi preoc­cupare ».



Piuttosto, sembra che invece i giovani italiani non vengano valoriz­zati al massimo dalle rispettive so­cietà. Come se non avessero grande fiducia in loro.

«Paradossalmente per uno vissuto nel vivaio la vita è meno facile di quanto si pensi. Ti si vede come il ragazzino cresciuto in società e rischi di es­sere considerato un apprendista. Mi fossi chiamato Okakinho, per esempio, magari mi avrebbero guarda­to in un’altra maniera. In Inghilterra si punta molto di più sui giova­ni del vivaio che vengono lanciati presto anche in Premiership».

Cosa vuol dire, che Okaka non sta più bene alla Roma?

«Tutt’altro. Io a Roma sto benissi­mo e mi rimetto a quanto decideran­no tecnico e società».

Ma col ritorno di gli spazi di­venteranno più stretti.

«Non scherziamo, con il po­tenziale offensivo della Roma sale del 60/70 per cento. Io vengo dopo e se gioco avrò la fortuna di farlo ac­canto ad uno dei più grandi, uno che segna come nessuno e che inventa assist».

Dove può arrivare la Roma?



«Al completo può risalire tante po­sizioni in classifica, fino a riconqui­starsi l’Europa che conta».

E cosa chiede a questo debutto (se ci sarà) in Under 21?

«Di essere all’altezza di una ma­glia così importante, come ho già fatto nelle altre squadre azzurre gio­vanili. Non prometto niente, ma se lì davanti c’è bisogno di uno “tosto”... Io sono pronto».