
IL MESSAGGERO - Una sfida nella sfida, domani sera a San Siro. Inter contro Roma, Josè Mourinho contro Claudio Ranieri. Amici mai, canterebbe Antonello Venditti. I due non si amano e, forse, neppure si stimano, e non solo professionalmente. Tutto cominciò nellagosto dello scorso anno: il portoghese, ex allenatore del Chelsea, era appena arrivato a Milano, sponda Inter; Claudio Ranieri, ex allenatore del Chelsea anche lui (fu sostituito proprio dallo Special One), era per il secondo anno sulla panchina della Juventus.
«Ranieri? A quasi 60 anni ha vinto solo una Supercoppa, una coppetta. Non ha mai vinto trofei importanti. Forse ha bisogno di cambiare la sua mentalità, ma è troppo vecchio per farlo», disse Mourinho ai primi del mese. E Ranieri, dallInghilterra prima di unamichevole in casa del Manchester United, replicò. «Mourinho ha fatto vedere subito personalità, chiarezza e il suo stile. Ecco cosa pensa dei suoi colleghi. Lo posso capire, è venuto in Italia al posto di Mancini, nella squadra che ha vinto gli ultimi due scudetti. A lui hanno chiesto di vincere tutto e subito, con il bel gioco. Io dallalto dei miei 70 anni ho una certa saggezza e sarò il primo a complimentarmi con lui».
La polemica, però, era cominciata la settimana prima, quando alla vigilia del Trofeo Tim, Mourinho aveva dichiarato che se i bianconeri, nettamente più avanti nella preparazione, non si fossero imposti, sarebbe stato strano. Qualche giorno dopo puntuale la controstilettata di Ranieri, sfruttando il mancato arrivo a Milano di Lampard. «Se lavessi chiesto io ad Abramovich, Lampard me lavrebbe dato. Ma a Mourinho non lavrebbe mai dato», disse lattuale allenatore di una Roma. Una Roma che soffre parecchio sul piano del gioco, ma che, imitando il proprio tecnico, non molla mai e che è specialista in rimonte (già sette!).
Il mese dopo, settembre 2008, altra puntata della telenovela portoghese-testaccina. Ranieri critica Mourinho per non essersi presentato in tv dopo la partita contro il Lecce, delegando il suo vice Beppe Baresi. «Ranieri mi critica, ma è stato cinque anni in Premier League per dire good morning e good afternoon». E la replica del tecnico romano? Eccola. «Se volete, parlo anche in sardo. A parte le battute, credo che a Mourinho siano state riportate male le mie parole. Io ho solo detto che, pur condividendo il fatto che sottoporsi a tante interviste di fila dopo una partita è uno stress, personalmente lo faccio per rispetto dei tifosi e della mia società. Lo facevo anche a in Inghilterra, pur non conoscendo la lingua... Ho anche specificato che non intendevo sollevare alcuna polemica con lui, ma lo avete fatto abboccare. Pazienza. E comunque se uno di 70 anni ha imparato spagnolo e inglese, qualcosa di suo deve averci messo, a questa età bisogna faticare».
Pausa, poi nuovo scambio di veleno nel marzo scorso, dopo Inter-Roma: Luciano Spalletti si lamenta in diretta tv per il calcio di rigore concesso per un inesistente fallo su Balotelli («Chi sta zitto fa la figura del coglione»), e Ranieri si piazza al volo dalla parte del romanista contro Mourinho. «Caro Luciano, i coglioni viaggiano sempre in coppia... Mourinho è un abile comunicatore. E un bravissimo allenatore, ma è ancora più bravo come comunicatore. Se Spalletti aveva ragione a lamentarsi? Lo sapete che io e Spalletti ormai facciamo coppia fissa... Chi sta in mezzo? E inutile che lo dica, sarebbe un calcio di rigore troppo facile...».