IL ROMANISTA (F. STINCHELLI) - Claudio Ranieri, rivestiti i panni del testaccino, fa la faccia feroce per dire ai tifosi:Avete torto a incazzarvi con la Roma...la Roma non si discute, si ama più vincazzate e più fate il male della Roma. Fin qui Claudio Ranieri. Ora mi permetto, io che testaccino di nascita non sono, ma che di Rome ne ho viste tante più di lui, di domandare al testaccino Claudio:Quale sarebbe la Roma di cui i contestatori, a suo dire, farebbero il male?. La Roma da amare, secondo lui, sarebbe non ci perdiamo in circonlocuzioni - , quella di Rosella e del principino consorte, della zia Angela e della signora Maria, di Enrico Bendoni ..
Questa semplice, elementare realtà, il tifoso romanista, che non è incazzato, ma, molto peggio, disamorato,
lha capita talmente bene che ai sullodati, Ranieri compreso, ultimo incolpevole sopravvenuto, non ne perdona più nessuna. Per capirci meglio, vorremmo precisare che linclita plebe, domenica allOlimpico, non se lè mica presa per il vaffanculo elargitole dal buon Perrotta, no, figurarsi, del vaffa neppure si è accorta. La
plebe sè imbufalita, invece, rivedendo e risoffrendo il sospiro di sollievo e liberazione sfuggito dal seno di Rosella, a vittoria rata. Un sospiro che lha detta lunga, troppo lunga, nel senso del tirare a campare. Il tifoso disamorato, che ha cuore e mente per ragionare e ricordare, teme quel tirare a campare come la peste.
Perché a Roma, nella Roma, si tratta di peste antica: imperversò dal dopoguerra dei Baldassarre, dei Restagno e dei Vaselli fine al lacrimoso cardinalato di Gaetano Anzalone, per interrompersi di colpo con la rivoluzione Viola. Furono anni, interminabili anni, di pane e cicoria, amarissimi: una Rometta che a noi vecchi patiti parve (e pare) senza fine, e che buona parte degli attuali giovani grognards conosce solo per sentito dire.
E che, forse, proprio per questo, teme di più: un male oscuro, un insidia perversa, una maledizione ineluttabile
Tale è laria che, al momento, tira in Curva Sud e oltre, e di questaria il Mister non ha avuto il minimo sentore. Sennò avrebbe capito che nessuno ce lha con lui, neppure come complice dellultimo giorno
Ce lhanno invece con la maledizione del sensiano tiriamo a campare, dietro cui si cela lo spettro della Rometta. Questa sera, io tornerò a Testaccio, rispondendo allappello di Fabrizio Grassetti, eroe eponimo del
dopo-Viola e dopo-Sensi: è lui, infatti che, impavido, vuol celebrare coi sopravvissuti ha detto proprio così - , lottantesimo dallinaugurazione della mitica tana giallorossa. Be, ci fosse anche il Mister Testaccino, sarebbe una bellezza. Ma è follia sperar: lui ormai risiede altrove, nei Campi Elisi del tiriamo a campare, lontanissimi dal Campo Testaccio.