
IL ROMANISTA (G. DOTTO) - Si è scritto molto sulla fertilità del mistero. Ma la Roma non è una novella di Edgar Allan Poe e nemmeno un racconto di Ambrose Bierce. I misteri non sono sempre così arrapanti. Possono essere molto deprimenti e anche buffi. A Roma i misteri sono deprimenti. Come i cerchi di grano. Come i contratti milionari di Sven Goran Eriksson. Come tutti i misteri svelati. A Trigoria si esagera in questo senso. Non ti regalano una certezza nemmeno se arrivi in processione dal Collatino, ginocchioni su una lastra di ceci neri. Tutto viaggia sulle ...
Possono essere molto deprimenti e anche buffi. A Roma i misteri sono deprimenti. Come i cerchi di grano.
Come i contratti milionari di Sven Goran Eriksson. Come tutti i misteri svelati. A Trigoria si esagera in questo senso. Non ti regalano una certezza nemmeno se arrivi in processione dal Collatino, ginocchioni su una lastra di ceci neri. Tutto viaggia sulle indiscrezioni, i sussurri, le confidenze. Alla Roma è un mistero puresu una lastra di ceci neri. Tutto viaggia sulle indiscrezioni, i sussurri, le confidenze. Alla Roma è un mistero pure cosa mettono nei tramezzini.
E un mistero lo stadio che non cè ma anche quello che cè (esiste una strategia, che so, una lettera aperta, un sms qualunque, per riportare la gente allOlimpico?). Il merchandising? Chi ci lavora? Esiste un progetto? Se esiste perché è come se non S esistesse? E un mistero il contratto di Totti. Cè, non cè, sì che cè, ma comè, quando si annuncia, si annuncia? Salta di netto la testa del responsabile di un settore giovanile che vince ovunque? Top secret. Spazio alle maldicenze. La libidine numero uno a Roma.
Quello di Gian Paolo Montali è un mistero quasi buffo. E un belluomo, viene dalla pallavolo, parla ai giocatori, va in trasferta, si presenta bene, ma quando lo presentano? Quando ci spiegano per cosa esattamente lo
pagano? Alla Roma è un mistero persino la colica di Daniele De Rossi. Da veggenti e innamorati labbiamo chiamata bastarda, la colica, dopo un giorno. Dopo una settimana non sappiamo più come chiamarla. Anche qui, voci, bisbigli, dicerie. E tutto tace. E un mistero la colica presente di De Rossi, figuriamoci quella futura della Roma. Di che morte morremo? Inedia? Depressione? Suicidio collettivo. Passeremo tutti in massa alla palla ovale? Se non sono misteri, sono arcani.
Larcano Cerci. Perché è sparito? Azzerato di netto. Ha la suina? Ha fatto le corna a Ranieri? O è in castigo perché non rinnova? Misteri presenti e misteri passati. Il più doloroso di tutti. Galloppa. Il Daniele che ci manca. Ieri, il suo procuratore Torchia (un nome, un destino) ha detto che vale dai 13 ai 15 milioni di euro. Labbiamo regalato al Siena in cambio di Loria e Artur. Ma perché? Lo vedremo, quasi certamente, allInter. Ma questo non è un mistero, questa è una schifezza.
Bastava un occhio di vetro per capire che il ragazzo era una cosa seria. Insomma, è come se la regia di un occulto aguzzino si divertisse a torturare il tifoso. Ma questa sarebbe già letteratura di lusso ai confini di Poe. La realtà è molto più zotica. E come quando sei al cospetto di uno che non parla mai, del cosiddetto tipo misterioso.
Non sai mai se è un genio o un cretino. Fate
voi.