
IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Lultimo era stato contro il Torino, allOlimpico, lo scorso 31 maggio, gara depilogo del campionato 2008-09. Tra quel gol e quello di ieri, tante cose. Molte brutte, alcune bruttissime e un paio invece orrende. Tipo gli errori da dilettante commessi contro Livorno e Udinese, nel giro di tre giorni. Due prodezze in negativo difficilmente uguagliabili. Ecco perchè i tifosi hanno accolto Mirko Vucinic con i fischi, e hanno continuato a fischiarlo ogni volta che toccava il pallone. E a nulla, per evitare la contestazione, gli è servito segnare il gol del pareggio, tre minuti dopo il vantaggio del Bologna: fischi anche dopo aver firmato quel gol. Non era mai accaduto, lo narrano le cronache dal 1927 a oggi, che un giocatore della Roma fosse fischiato ..
Non cè niente da fare, e quanto accaduto nella prima domenica di novembre lo sta semplicemente a confermare: con Vucinic non esistono mezze misure. O nero o bianco. O applausi o fischi. O gol pesanti o errori da principiante. Prendere o lasciare, la scelta in certi casi. E la Roma, al momento, prende. Anzi, è costretta a prendere. Perchè non può fare diversamente. «Se avessi quattro attaccanti, Vucinic non giocherebbe. Invece lo devo far giocare», aveva detto sabato Claudio Ranieri. Capito? E il montenegrino ha risposto con una prestazione di tigna e personalità, impreziosita da quel gol che ha rimesso in corsa la squadra verso la vittoria. Vucinic, di fatto, si è caricato la squadra sulle spalle e, a strattonate, lha portata in avanti. Talvolta ha esagerato con la presunzione di poter vincere da solo la partita, in altre circostanze è sembrato un po sonnecchioso ma, complessivamente, ha dato una mano determinante per i tre punti della Roma. Un giocatore importante, direbbe qualcuno in sede a Trigoria. Importante almeno per una volta, aggiungerebbero in molti, e non soltanto in Curva Sud.
Un gol, seppur pesante, non può cambiarti la vita. Però, magari ti aiuta a campare meglio. E può esser preso come un segnale per il futuro. Il primo gol in campionato di Vucinic (che nella classifica dei marcatori ha acchiappato Cassano), dunque, ha mille significati. Prossimo traguardo del numero 9? Tornare ad esser applaudito dopo aver battuto il portiere avversario. Unimpresa mica complicata, se ci pensate bene. Perchè i fischi e gli applausi sono espressioni del cuore, e al cuore, si sa, non si comanda. «Non mi sono totlo alcun peso. Limportante non è il mio gol, ma la vittoria della squadra. Una vittoria fondamentale», il virgolettato a fine gara di Vucinic. «Dopo la rete di Adailton abbiamo pensato un sacco di cose brutte. Per fortuna siamo stati bravi a reagire subito. In campionato non segnavo da fine maggio, lo so, e mi dispiaceva non fare gol. Non dispiaceva solo a me, ma anche alla mia famiglia e ai miei amici. I fischi dopo la mia rete? Non fanno piacere, non mi era mai capitato... Però, come ho detto prima, la cosa più importante stavolta è la vittoria della Roma».