I problemi della Roma sono infiniti

07/11/2009 alle 10:46.

IL MESSAGGERO (R. RENGA) - Tempo fa ci capitò di sostenere una tesi: i romanisti non sono più quelli di una volta. Gli avvenimenti recenti ci danno insieme ragione e torto. Ragione: mai in passato si era fischiato l’autore di un gol giallorosso. Torto: in Coppa siamo già tornati alla normalità. Segno che i vecchi romanisti, nati e cresciuti prima dell’era televisiva, hanno fatto capire ai nuovi dov’era l’errore.



C’è un’altra teoria. La dobbiamo a Claudio Ranieri, che si sente sempre più solo. Il tecnico l’ha detto chiaro e tondo: dietro bombe carta, uova e corona di fiori c’è chi rema contro. Dunque un mandante e dunque un regista. In questo caso, evidente il piano: attaccare la squadra per attaccare la società. Il caos, è chiaro, potrebbe facilitare il cambio di proprietà. Se fosse vero, l’uscita del tecnico avrebbe imposto una pausa.



Si può dire una cosa, comunque: la Roma non vive le sue giornate migliori. Giocatori che si ammalano, guariscono, spariscono. Medici con la museruola. Brasiliani che dovrebbero figurare nel libro paga della loro Federazione. Montali non ancora presentato: si vede, parla, ha buone maniere, ma non si sa, ufficialmente, di che cosa si occupi e in che maniera stia ottimizzando i quadri tecnici.



C’è poi questo problema del settore giovanile. Si dice che l’allenatore degli allievi nazionali, Stramaccioni, un anno fa sia rimasto a Roma dietro la promessa (scritta?) che a fine stagione avrebbe avuto la Primavera, squadra guidata da Alberto , padre di Daniele. Da allora, silenzio. Pare che si sia inserita l’Inter, che, in un colpo solo, potrebbe portare via tecnico e giocatori, alcuni dei quali già lanciatissimi in carriera. Una soluzione ci sarebbe: supervisore tecnico, Stefanelli all’organizzazione, Stramaccioni in panchina. Ma di tempo ce n’è poco.



La squadra ormai la conosciamo. Capace di rimonte e di cadute. E sarà sempre così sino a quando non verrà presa in braccio da , il solo in grado di trasformarla, come capitava con Capello, con Spalletti, con tutti.