Gol e grinta: così Riise si è preso la Roma

08/11/2009 alle 10:40.

GASPORT (S. BOLDRINI) - Milano da segnare. Lo stadio Meazza è un’oasi felice, per John Arne Riise: il difenso­re della Roma ha segnato i suoi primi gol in giallorosso proprio a San Siro. Il primo al­l’Inter, il 1˚ marzo 2009, nel rocambolesco 3-3 che fece liti­gare Mourinho e Spalletti. Rii­se segnò sfruttando un’indeci­sione tra Julio Cesar e Maicon, infilando il pallone nella rete della porta sotto al settore po­polato dai tifosi romanisti. Il secondo arrivò il 24 maggio 2009, penultima giornata di campionato, nella domenica dell’addio di Paolo Maldini. La Roma vinse 3-2: Riise fece gol su punizione, la sua specialità...



a Milano Riise sbarca al Meazza sulla scia di una setti­mana positiva. Giovedì ha se­gnato al Fulham, nel tormenta­to 2-1 che ha rilanciato la Ro­ma nel girone E di Europa Lea­gue. Dopo il gol, con una sassa­ta di sinistro, il pubblico ha in­vocato più volte il suo nome. In una stagione difficile, Riise è uno dei pochi a non essere stato coinvolto nelle contesta­zioni. Riise non ha il piede di velluto, non è un fuoriclasse, non è perfetto nelle chiusure difensive, ma guida sempre il gruppo in allenamento, dà il meglio di sé in partita ed è un professionista esemplare. Un­dici Riise in una squadra posso­no spaccare il mondo. E lo cre­de anche capitan , che og­gi sarà a Milano, visto che do­mani è atteso (insieme a dei compagni) per girare un spot Sky. Sarà al Meazza a tifare.

La stagione Ma torniamo a Rii­se, che non era partito bene. In estate. Spalletti lo aveva fatto fuori a Genova e il norvegese aveva accusato il colpo. Ranie­ri lo mandò in panchina a Sie­na, nella prima partita del nuo­vo corso, ma proprio l’inseri­mento del norvegese permise all’allenatore di San Saba di vincere la gara. Un’altra sassa­ta su punizione consegnò alla Roma il 2-1. Riise è un uomo vero. Gli avversari lo rispetta­no e gli amici lo adorano. È un giocatore corretto e leale.

Il carattere È uno che ti dice in faccia quello che pensa, non è un ruffiano, non fa l’incantato­re di serpenti: si allena, gioca e sparisce. La sua storia di calcia­tore cominciò ad Hessa, in un campetto sormontato da una montagna, Sukkertoppen, a 10 km dalla sua Alesund. Da Sukkertoppen al Meazza: ba­stano partenza ed arrivo per capire questa storia.

Il norvegese è uno dei pochi risparmiati dalla contestazione. La sua storia cominciò in un campetto sotto una montagna