E don Claudio non vuole fare il sor Tranquillo

01/11/2009 alle 11:22.

GASPORT - La strategia della romanità. Nella crisi giallorossa, tra bombe carta in piena notte e allenamenti blindati, Claudio Ranieri fa sventolare la bandiera delle origini. L’allenatore di San Saba sta cercando di riconquistare il popolo battendo il tasto della romanità, argomento tra i più sensibili nell’immaginario collettivo della città. Ieri, in sala stampa, Ranieri si è immedesimato nel tifoso romanista che va allo stadio: «Se fossi un semplice tifoso, sarei incazzato nero, ma andrei allo stadio e cercherei di sostenere la squadra». Poi è tornato sullo scontro tv con Mario Sconcerti di quattro giorni fa per spiegare che «io avevo risposto che la squadra non è mia perché mi par..

Arriverà il momento». Ranieri ammiraglio — possiede una barca, il ruolo gli piace — e tifoso a vita: «La Roma è mia da 58 anni», come dire che don Claudio è romanista dal primo giorno di vita. Ma anche se si propone come romano-british, Ranieri non è fesso: «Io lo conosco bene sor Tranquillo. So che fine ha fatto». Il sor Tranquillo fece una brutta fine e Ranieri non vuole imitarlo.

E infine il romano ha aiutato una concittadina a ristrutturare la propria abitazione. Come? Partecipando a «C’è posta per te», andata in onda ieri su Canale 5.