IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - E stata una giornata strapositiva per la Roma. Tre punti conquistati su un campo difficilissimo, perché lAtalanta ha fame di punti e gioca un bel calcio, e una classifica che finalmente comincia (ma non diciamolo troppo forte) ad assomigliare a quella che doveva essere e che finora non è stata. In più bisogna aggiungere il recupero di alcuni giocatori fondamentali (Vucinic e Perrotta) e la conferma di altri che non possono più definirsi sorprese (Julio Sergio e Brighi).
Totti è Totti e anche in una delle sue partite che non rimarranno nella storia, ha dispensato giocate di alta scuola che lincivile e razzista pubblico di Bergamo nemmeno si meriterebbe.
Il quinto risultato utile consecutivo tra campionato e coppa (lultima sconfitta a Udine il 28 ottobre) arriva proprio al momento giusto: la Roma non vinceva in traferta da Siena. Era il 13 settembre e lesordio di Ranieri sulla panchina giallorossa: da quel giorno la squadra, che non poteva essere la sua, è cambiata. Sicuramente dal punto di vista del carattere: la rimonta di ieri è la numero cinque. Prima partite come quella di Bergamo le avremmo come minimo pareggiate, se non perse. Ora no. Cè una luce diversa negli occhi dei giocatori, cè uno spirito di gruppo che sembrava perso e che ora invece è ritrovato.
Nel momento migliore, alla vigilia di due gare fondamentali: la prima giovedì sera allOlimpico contro il Basilea servirà per conquistare la qualificazione in Europa League, e possibilmente il primo posto nel girone per evitare le avversarie più difficili. La seconda domenica sera: vincere il derby significherebbe fare un favore a se stessi e tenere la Lazio nella posizione di classifica che più le compete. E cioè in zona B.




