De Rossi finisce ancora in ospedale: colica renale

13/11/2009 alle 09:16.

CORSPORT (P. TORRI) - Daniele De Rossi è ricoverato al Gemelli, reparto solventi 1, primario Pier­francesco Bassi, zona E, quella privata del grande ospedale della capitale, stanza sin­gola, numero mille e spicci. Ma la frattura allo zigomo subita domenica scorsa nel corso del primo tempo della partita con l’Inter, con ine­vitabile intervento chirurgi­co il giorno dopo, proprio al Gemelli, non c’entra nulla.



Il centrocampista della Ro­ma (che non ha comunicato nulla sull’accaduto) e della Nazionale è alle prese con una dolorosissima colica re­nale e come si può facilmente dedurre non può per nulla essere una conseguenza del problema allo zigomo. Dopo una notte di dolori lancinanti (chi ha avuto questo tipo di problema può capire benissimo), nella prima mattinata di ieri ha al­lertato lo staff medico romanista che gli ha consigliato l’immediato controllo in ospe­dale.



E’ stato scelto il Gemelli che ormai da qualche tempo è diventato l’ospedale di riferimento della società giallorossa. Il giocatore, che non abita vicinissimo al Ge­melli, è arrivato nella struttura ospedalie­ra intorno alle nove di ieri mattina, sono stati sufficienti pochi minuti per capire la natura del problema, intorno alle nove e trenta ha firmato il modulo per il ricovero.



Il giocatore è stato sotto­posto a una serie di accerta­menti radiografici ed è sta­to sottoposto a una terapia antidolorifica. Vista la si­tuazione, in questo momen­to è da escludere che il biondo di Ostia possa essere a disposizione di Claudio Ranieri alla ri­presa del campionato, quando all’Olimpi­co la Roma ospiterà il lanciatissimo Bari di Giampiero Ventura. Perché sono tutti da stabilire i tempi di recupero.

E, anche, quale sarà la terapia che dovrà seguire per risolvere il problema. Per quanto sappia­mo, è la prima volta che è alle prese con una colica renale che è determi­nata dalla presenza di calcoli. Molto dipen­derà dalle dimensioni di questi calcoli. E pure dove sono posizionati. In questi casi, infatti, la prima terapia che si fa è quella farmacologica che come obiettivo ha quel­lo dell’espulsione naturale dei calcoli. Ma se questi sono troppo grandi, oppure posi­zionati in una zona delle vie urinarie poco favorevole al­l’espulsione, diciamo così, allora il rischio è quello di dover intervenire chirurgi­camente. E non bisogna es­sere premio Nobel per la medicina per capire che un’operazione ai reni com­porterebbe tempi di recupe­ro assai più lunghi.

Questa dell’intervento è comunque l’ipotesi molto meno probabi­le, ormai grazie ai progressi della medici­na in quasi tutti i casi di colica renale, si riesce a risolvere il problema con i farma­ci. Certo i tempi, in ogni caso, non sono brevissimi. Ci vuole sicuramente qualche giorno come minimo, con il paziente che deve bere quattro- cinque litri d’acqua quotidiani per favorire l’espulsione, il tut­to associato a una terapia antispastica per dilatare le vie urinarie e a una serie di far­maci che devono frantumare i calcoli ren­dendone più facile l’espulsione.



Nel migliore dei casi, e questo ovvia­mente auguriamo con tutto il cuore al gio­catore che sta attraversan­do un momento di grande sfortuna, non po­trà tornare ad allenarsi per qualche giorno. Oggi si co­nosceranno con maggiore esattezza le condizioni del paziente che, dopo anni in cui ha giocato tra le sessan­ta e le settanta partite uffi­ciali risultando assente in pratica solo quando ha dovuto scontare qualche turno di
, non avendo mai avuto pro­blemi fisici rilevanti, ora è alle prese con questo doppio problema, zigomo e colica renale, che lo costringerà a fare da spetta­tore prima della Nazionale e poi della sua Roma. In bocca al lupo.