
GASPORT (M. CECCHINI) - In principio è Vucinic. Un Mirko quasi nuovo, che sfoggia un paio di baffi da signorotto dei Balcani. Accelerazione, tiro, palo. Vuoi vedere che il tridente funziona? Vuoi vedere che Jeremy Menez, invocandolo dopo il pari di San Siro con lInter, aveva avuto ragione? Basta metà partita (in realtà anche meno) per santificare la gara contro il Bari con un sì convinto, archiviando i soli 19 minuti stagionali (contro la Juventus) in cui la formula era stata provata più o meno come carta della disperazione. Insomma, letichetta di Ranieri difensivista anche stavolta può andare in soffitta insieme a tutti i luoghi comuni che ci accompagnano ogni ..
Qualità A fine partita, lallenatore giallorosso fa il sornione. «Menez con Totti e Vucinic? Io cerco sempre di mettere qualità in campo, ma serve capire il momento giusto. Ho parlato con tutti e tre prima della gara e gli ho spiegato cosa volevo. Poi ho chiesto attenzione al centrocampo. Ho cercato di mettere in campo la squadra in modo tale che possa risolvere la partita a breve. Sono stato contento del lavoro fatto da tutti e tre: Totti, Menez e Vucinic. Mirko è stato immenso, quando lo sarà per novanta minuti sarà ancora più bello. Per dire che è la formula giusta, comunque, bisognerà aspettare altre partite, altri test e vedere come reagiamo a tutta questa qualità che abbiamo davanti, come il resto della squadra riesce a sopperire. Io mi auguro che sia la giornata della svolta, però soltanto il futuro ce lo potrà dire La parola magica? La solita: equilibrio. «Credo che un allenatore debba sempre cercare di far quadrare la propria squadra, con gli uomini migliori tecnicamente, quelli che possano aprire le difese avversarie. Si devono sacrificare per mantenere quel poco di equilibrio che dobbiamo avere, altrimenti si sbanda».
Perrotta ottimista Lottimismo ha la faccia di Perrotta. «Cè grande soddisfazione, siamo ripartiti col piede giusto. La Nazionale? Non so se la merito o meno, valuterà Lippi. Quattro anni fa, in questi periodi, non ero neppure tra i papabili e poi...». E poi è arrivato il Mondiale con un tris giallorosso: Totti, De Rossi e Perrotta. A pensarci bene, anche questo un tridente. Sentimentale.