CORSPORT (P. TORRI) - E ora? La sfida continua. Totale. Su tutti i fronti. Senza esclusione di colpi. Unicredit da una parte che vuole rientrare del suo credito, Italpetroli dallaltra che vuole onorare il debito, come ha sottolineato più volte la dottoressa Rosella Sensi in tempi recentissimi, ma che nello stesso tempo è sempre più intenzionata a dare fiducia al suo staff di avvocati per chiedere i danni allIstituto bancario diretto da Alessandro Profumo.
Circolano già alcune indiscrezioni sulle prossime mosse di Unicredit. Ieri unagenzia MF-Dow Jones, ha anticipato che la Banca avrebbe contestato chiedendo chiarimenti sia al Collegio dei sindaci, sia alla società di revisione Pricewaterhousecooper (ora non lo è più di Italpetroli) il via libera al bilancio 2008 della ..
Circolano già alcune indiscrezioni sulle prossime mosse di Unicredit. Ieri unagenzia MF-Dow Jones, ha anticipato che la Banca avrebbe contestato chiedendo chiarimenti sia al Collegio dei sindaci, sia alla società di revisione Pricewaterhousecooper (ora non lo è più di Italpetroli) il via libera al bilancio 2008 della capogruppo della famiglia Sensi. Possiamo aggiungere un ulteriore dettaglio. Nella relazione di certificazione del bilancio, ci sarebbe pure scritto che il semaforo verde alla certificazione (giugno scorso) sarebbe vincolato al pagamento della rata da 150 milioni di euro (luglio), pagamento che non è stato mai onorato. Inoltre ci sono altri due elementi sulla certificazione di Price: il primo sarebbe lindicazione degli amministratori di Italpetroli, nella loro relazione, di unimmediata accelerazione del piano di dismissioni degli asset; il secondo consisterebbe nellesistenza di un accordo di riscadenzamento del debito.
Due punti che non si sono realizzati, soprattutto alla luce del fatto che il patto tra le parti era venuto meno, il quattro giugno scorso. Indiscrezioni o meno, Unicredit vuole il cash, in alternativa il totale mandato a vendere gli asset del gruppo di proprietà della famiglia Sensi, Roma compresa.Quando e se ci riuscirà, il destino della Roma sarebbe un nuovo proprietario. Che, in questo momento, non può che essere individuato nellimprenditore farmaceutico Francesco Angelini che da tempo ha manifestato pubblicamente il suo interesse. Non sarebbe, peraltro, neppure solo, con lui ci sono due soci, più Unicredit che rimarrebbe con una partecipazione tra il quindici ed il venti per cento. Da quello che ci risulta, il progetto dinvestimento sulla Roma sarebbe già pronto e avrebbe avuto risposte positive, perché è un progetto che prevede tutto meno di attendere il deprezzamento o il fallimento della Roma. Ovviamente le risposte positive non sono arrivate dalla famiglia Sensi che con il signor Tachipirina non ha mai avuto nessun tipo di contatto, anzi definire gelidi i rapporti tra le parti è usare un eufemismo, tanto è vero che allincontro di ieri in Campidoglio qualcuno avrebbe provato a coinvolgere anche il dottor Angelini, ma senza trovare il consenso di tutti.
In ballo però c'è anche Mediobanca, advisor del gruppo Italpetroli, con il grande capo Cesare Geronzi che da tempo sta lavorando sulla questione con lobiettivo di trovare un partner, meglio ancora un acquirente straniero. In questo senso, cè un elemento in più, però importantissimo perché dimostrerebbe come pure dalla parte di Italpetroli si sarebbe entrati nellordine di idee che per onorare il debito non si può che vendere, Roma compresa. Il gruppo di proprietà della famiglia Sensi, avrebbe infatti dato mandato a Mediobanca di vendere tutti gli asset, Roma compresa, ponendo come unica condizione, per la società giallorossa, quella di conservare i diritti sullo stadio che verrà, anzi diciamo meglio, se e quando verrà. Mediobanca avrebbe dato già mandato a un fondo di trovare acquirenti che per ora non si sono materializzati.




