«Aiutate la Roma». Parola di Spalletti

03/11/2009 alle 09:29.

CORSPORT (P. TORRI) - Mister Peroni ha un gessato blu, la cravatta in tinta, scarpa da matrimonio, lucida e con lacci, nes­sun pettine nascosto in tasca, una forma fisica da au­gurare a tutti. Mister Peroni arriva in Federcalcio con quel pizzico di ritardo di chi sa di essere atteso, telecamere, flash, sorrisi, saluti, strette di mano. Mi­ster Peroni da due mesi è disoccupa­to per scelta, sta per decidere il suo futuro, per ora fa il testimonial di uno degli sponsor storici della nostra Na­zionale, per il lancio di Fantanaziona­le, un gioco tutto made in Italy, pre­sentato dal direttore delle relazioni esterne della Peroni, dottor Federico Sannella, gioco che ha il pregio (ap­plausi sinceri) di voler raccogliere fondi per battere la Sla e ..



Mister Peroni, dopo qualche setti­mana di silenzio trascorsa con la fami­glia, un viaggetto a San Pietroburgo, uno prossimo in Inghilterra, nel tenta­tivo di disintossiccarsi da quattro an­ni e un pezzo di Roma calcio, è torna­to a parlare. Raccontando di Roma, Nazionale, e Perrotta, Mourinho, campionato. Mister Peroni, se qualcuno ancora non lo avesse capito, è Luciano Spal­letti: «Alla Roma ho dato tutto, ho ricevuto tanto. Ho fatto la scelta giusta. Era arrivato il momento che qualcun altro provasse a tirar fuori da questa Roma le sue enormi potenzialità. A me Roma e la Roma piacevano, continuo ad averle nel cuore. Il mio pre­sidente è stato Franco Sensi, mi aiutò tantissimo, poi lo è stata anche la dottoressa Sensi. Tornare se la proprietà cambiasse? Non è questo il discorso. Ma se in futuro le nostro strade tornassero a incrociarsi, io sarei felice. Non voglio fare dichiarazioni sul fatto che io avrei abbandonato la nave, perché niente e nessuno potrà cancellare quello che ho vissuto con la Roma. Dico solo che tutti, compresi voi, dovete dare una mano alla Roma. Non è scritto da nessuna par­te che il quarto monte ingaggi voglia dire arrivare si­curi nelle prime quattro. Ho letto anche che le di­chiarazioni di e Perrotta sul mio ciclo finito so­no state interpretate come una rottura di rapporti. Non è vero. Ho sentito entrambi, come altri giocato­ri della Roma, dopo quelle parole. Con loro rimane un rapporto di amicizia e quando nello spogliatoio dis­si che sarei andato via, erano tutti dispiaciuti» .




Mister Peroni ha anche parlato di Nazionale, facendo capire che un do­mani, chissà: «Per qualsiasi allenato­re la nazionale è un sogno naturale, io mi sento pronto. Non mi permetto di dare consigli a Lippi, è il ct campione del mondo, il numero uno. Sul ritorno di , decideranno loro, come è giu­sto che sia» . Mister Peroni il campio­nato e Mourinho: «Sette punti di van­taggio non sono pochi, ma il campio­nato è tuttaltro che finito. Ci sono una decina di squadre che possono punta­re in alto, prima o dopo anche l'Inter attraverserà un periodo non felice. Resto convinto che attraverso il gioco sia più facile arrivare al risultato. Mourinho è un buon domatore (che di­rà Mou? ndr), usa attenzione e tensio­ne per consentire alle sue squadre di sfruttare gli epi­sodi. Spesso negli scontri diretti gioca peggio, ma co­glie quegli attimi e vince. In questo è il più bravo» .


Mister Peroni ha pure puntato il dito contro gli im­becilli della violenza: «Basta, non se ne può più. Bom­be, agguati, minacce, è ora di smetterla. Lo sport è gioco, divertimento. Negli stadi italiani non portiamo più la nostra civiltà, siamo rimasti indietro a livello europeo. Il concetto di vittoria è esasperato, i gioca­tori sono persone non macchine. Non so se Capello abbia ragione, so però che io ho una grande determi­nazione, se abbiamo le intenzioni giuste si può com­battere tutto questo» . Mister Peroni, infine, ha antici­pato il suo futuro: «Più all'estero che in Italia. Sono andato a San Pietroburgo per vedere, capire. Valute­rò la loro offerta» . Che accetterà, se non ne arriverà una più prestigiosa, estera o italiana.