Vucinic, corri a farti un regalo

01/10/2009 alle 09:17.

GASPORT (CATAPANO) - Né Maradona, né Mes­si. Al momento, però, nemme­no Jovetic. Ma Vucinic. Sempli­cemente? Niente affatto, tanta roba, in campo (ultimamente poca) e nell’anima, turbolenta, perfino tormentata a volte: che fare? Che sentire? Lasciarsi an­dare o frenare? Mirko il monte­negrino, ovvero il talento con­tro la pigrizia. Una quotidiana lotta in cui il talento da qualche mese si nasconde. Mirko Vuci­nic è uno di quegli studenti cro­ce e delizia dei professori (e dei genitori): sapete — chi non ha ascoltato almeno una volta que­sto discorsetto? —, vostro fi­glio è dotato, avrebbe l’intelli­genza per prendere i voti mi­gliori, ma studia poco e si accon­tenta. Eccolo qui, è la sua foto­grafia.

A scuola Lui, con l’irriverenza di uno studente, se ne frega. «Io non leggo le pagelle, lo dite voi che potrei spaccare il mondo. Solo ora, e Maradona in passato, potevano vincere da soli le partite». Vucinic se ne fre­ga, ma il calcio — come la scuo­la — boccia, rimanda e promuo­ve. E questo ragazzo è in bilico da un po’. Solo che gli vogliono bene, e del resto siamo ancora nel primo quadrimestre. E allo­ra, nonostante l’inizio dell’an­no disastroso (un gol, segnato il 30 luglio al Gand, poi più nul­la), Ranieri cerca di spronarlo: «Mirko è un giocatore straordi­nario, un top player. Può fare di più, potrebbe diventare uno dei più forti in Europa, e noi lo aiuteremo, gli staremo vicini». Certo, Vucinic non può sottrar­si alle interrogazioni: i gol sono le sue risposte giuste. Non ne az­zecca una da due mesi , ma ha la giustificazione: è cambiato il professore. «Con Ranieri è co­me se fossimo al primo giorno di scuola, dobbiamo essere bra­vi a seguire le sue lezioni». E di­re che il suo compagno di ban­co è il secchione della classe, quel . «Con Checco — dice Mirko — è facile trovare un’intesa, ma è facile per tutti». Checco potrebbe an­che suggerire, però. Comun­que, stasera con il Cska Sofia (primo nel campionato bulgaro con 19 punti in 7 gare, appena un gol subito) giocano entram­bi, si sono offerti volontari (Okaka pronto alla staffetta con uno dei due). E Vucinic assi­cura di essersi preparato bene stavolta. Urge prendere un bel voto, cioè vincere: un’altra figu­raccia dopo Basilea compromet­terebbe l’anno in Europa Lea­gue. Ci sarebbe bisogno di tur­nover, ma Ranieri non intende sottovalutare l’impegno: «Il Cska gioca con lo stesso atteg­giamento del Catania, solo che è più forte».

Bello di notte Serve una bella ac­celerazione, una scossa all’am­biente sempre così triste, che nemmeno lo stadio virtuale ha saputo rallegrare. Solitamente, Vucinic è più bello di notte: con la Roma ha segnato nove gol eu­ropei, otto in , a squadre toste (Manchester, Re­al, Chelsea). Insomma, sa come si fa. Anche se l’Europa League è quella che è. «Non è la Cham­pions, ma gli stimoli a questo punto dobbiamo trovarli per forza». Oggi è il compleanno di Vucinic, compie 26 anni. L’an­no scorso si regalò un gol al Bor­deaux. Magari stasera gli va.